Le due procure più importanti d’Italia, Roma e Milano, sono da tempo impallate da una serie di scandali, accuse e controaccuse che di fatto, oltre a infangare l’intera magistratura, bloccano le inchieste. È il caso della famosa loggia Ungheria, portata alla luce da una delle personalità più misteriose e inquietanti della scena attuale, l’avvocato Piero Amara. Come dice Frank Ciminigiornalista già al ManifestoMattinoAgcom, Tmnews e attualmente autore del blog giustiziami.it, “non è detto che questa loggia esista veramente, ma per saperlo bisognerebbe indagare, cosa che non fa nessuno. Non solo: non vengono neanche sequestrati i cento milioni che Amara avrebbe incassato con le sue consulenze di alto bordo, come quelle per conto dell’Eni”. Intanto il procuratore di Milano, prossimo al pensionamento, Francesco Greco è in vacanza da più di un mese, sostituito dal magistrato con maggiore anzianità di servizio, Riccardo Targetti: “Greco se ne starà in vacanza fino al giorno del pensionamento per permettere al Csm di rinsaldare le fila e trovare il candidato preferito”. Stessa cosa succede a Roma, dove il procuratore Michele Prestipino è in carica, ma sostanzialmente delegittimato in quanto dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato: “Ma lui continua a presentare ricorsi sostenuto dal Csm”.



Procura di Roma e di Milano nel caos, intanto nessuno indaga su una delle rivelazioni più clamorose da anni a questa parte. Perché?

Si può dire che è un’omertà di sistema, la loggia Ungheria se anche non dovesse esistere fa parte del sistema e quindi viene coperta.

In che senso?

Per sapere che non esiste bisogna indagare e questo significa mettere sotto indagine alcuni magistrati, almeno formalmente. Per questo non indagano. La situazione si trascina così, le uniche cose che in Italia non vanno in ferie sono le manovre del Csm per cercare di incollare alla poltrona Prestipino, costituendosi in Cassazione per il ricorso da lui presentato. Il Csm sa benissimo che anche questo ricorso verrà respinto, perché la Cassazione non potrà dire che il Consiglio di Stato ha leso l’autonomia del Csm, dicendo che la nomina era irregolare.



A Milano la situazione non è migliore, c’è un autentico vuoto di potere che sembra fabbricato a proposito. È così?

Ci sono manovre in atto per il capo della procura di Milano, stanno cercando di andare avanti con il candidato interno.

Intanto il capo della procura Francesco Greco è in vacanza da un mese.

Greco è in vacanza perché se si dimette accelera i tempi della sua sostituzione e quindi il Csm ha meno tempo per ricucire una situazione ormai compromessa. Se ne starà in vacanza fino alla scadenza del mandato, nella speranza che Giuseppe Cascini riesca a fare un accordo con Unicost (Unità per la Costituzione, associazione di magistrati, ndr) per nominare Maurizio Romanelli, che è il candidato di Magistratura Democratica. Insomma, si vuole solo prendere tempo. Greco il capo non può più farlo, dopo la vicenda di Storari è stato delegittimato. Nel frattempo questa inchiesta sulla loggia Ungheria che fine ha fatto? È stata riassegnata, chi ce l’ha? Il reggente Targetti cosa fa? L’intera procura di Milano è delegittimata, non solo il capo.



Insomma, un Csm stretto tra il caso Palamara e Amara, a Roma e a Milano. Un bel ginepraio, no?

Esatto. Ci sono poi i cento milioni di Amara che nessuno vuole sequestrare, anche se sta in galera. Il sospetto che viene fuori è che questo Amara abbia capacità di ricatto incredibili, anche se è in prigione si tiene i soldi. Dal processo i vertici dell’Eni sono stati giustamente assolti, ma l’Eni si è tenuta come consulente un Amara che si è dimostrato un corruttore. Intanto Amara è in una botte di ferro, quando uscirà dal carcere si prenderà quei cento milioni nascosti chissà dove.

Il 30 agosto sono scaduti i termini per le candidature alla successione di Greco. Si parla per la prima volta in quarant’anni dell’arrivo di un procuratore non di Milano. Chi potrebbe essere?

Il favorito è Marcello Viola, attuale procuratore di Firenze nel caso dovesse rinunciare a Roma, perché è in pole anche lì.

Che impatto potrebbe avere Viola a Milano?

Sinceramente rischia di non cambiare niente, però il fatto che arrivi un procuratore da fuori sortirà certamente dei cambiamenti nelle inchieste e in qualche magistrato.

Con l’addio di Greco finisce un’epoca?

L’epoca è già finita. Il mito di Mani Pulite io non l’ho mai avuto e infatti sono stato il primo giornalista a cui il pool ha fatto causa. La procura di Milano doveva finire già trent’anni fa, hanno fatto porcate più grosse della loggia Ungheria a quei tempi. Si è creato il mito della procura che doveva cambiare l’Italia, invece si è visto che fine hanno fatto.

(Paolo Vites)

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