Oggi Conte riferirà in Parlamento in vista del Consiglio europeo che inizierà domani. Da giorni si guarda alla votazione sulla risoluzione che dovrà dare mandato al Premier per approvare la riforma del Mes, il cui Trattato verrà siglato all’inizio dell’anno nuovo. Dopo il lavorio dei vertici pentastellati sembra difficile che la maggioranza possa “inciampare” a causa del Movimento 5 Stelle. Inoltre, pare che alcuni senatori di Forza Italia possano non partecipare al voto facendo così scendere il quorum necessario all’approvazione. «Non sono in grado di fare previsioni, ma la mia impressione è che alla fine, nonostante la causa del no sia più robusta della causa del sì, vincerà quest’ultima», ci dice Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie.



Sarà più per merito della maggioranza o per un “aiuto” di alcuni esponenti dell’opposizione?

I 5 Stelle sanno che rischiano di sparire elettoralmente e desiderano salvare la poltrona. Per questo credo si ritroveranno compatti nel votare favorevolmente la risoluzione. Nella maggioranza solamente Renzi potrebbe avere interesse a fare in modo che le Camere vengano sciolte anticipatamente. Certo è anche probabile che qualcuno di Forza Italia decida, anche solo non partecipando al voto, di facilitare la vita al Governo, anche perché pure tra gli azzurri c’è chi teme di non essere rieletto. Mi lasci però dire una cosa sulla riforma del Mes.



Prego.

Credo stia sfuggendo il fatto che si darebbe vita a un’Unione bancaria che finirebbe per sottrarre agli Stati membri la regolazione di un settore importante, soprattutto per un Paese come l’Italia che ha un alto tasso di risparmio. Perché perdere autonomia nella politica bancaria? E poi chi guiderà questa Unione bancaria? Trovo anche singolare che nella maggioranza vi sia chi si dice favorevole alla riforma del Mes perché tanto l’Italia non lo utilizzerà.

Perché trova singolare questo tipo di affermazione?

Votare a favore di uno strumento che poi non si utilizzerà vorrebbe dire versare dei soldi nel Mes per aiutare qualche altro Paese: le sembra credibile una cosa del genere? Del resto questa maggioranza è piena di contraddizioni. Anche per quel che riguarda il Recovery fund, dato che pare una parte delle risorse verrà utilizzata per evitare di emettere nuovo debito pubblico, risparmiando così sugli interessi: Gualtieri dovrebbe prendere atto che questo vuol dire dare ragione a chi dice che occorrerebbe ricorrere al Mes sanitario perché farebbe risparmiare.



Proprio sul Recovery fund negli ultimi giorni sono sorte nuove tensioni nella maggioranza. Che cosa ne pensa?

Vedo litigi feroci con ogni partito che cerca di escludere gli altri o di poter comunque avere voce in capitolo nelle decisioni sulla destinazione delle risorse che arriveranno dall’Europa. Si tratta di un tema cruciale su cui l’esecutivo sta facendo molta confusione. Bruxelles è in particolare molto interessata al futuro dell’ex Ilva di Taranto, sia perché si tratterebbe di rendere sostenibile quello che oggi è uno dei più grandi impianti siderurgici a carbone del continente, sia perché ci sarebbe un maggior utilizzo dell’intelligenza artificiale nella gestione dell’acciaieria. Sappiamo bene che due obiettivi fondamentali che l’Ue si è data, e che si incrociano a Taranto, sono l’ecologia e la sovranità digitale.

Prima ha detto che nella maggioranza solo Renzi potrebbe avere interesse allo scioglimento anticipato della Camere. Perché?

L’ex Premier è di fronte a una scelta difficile. Con le elezioni anticipate è vero che avrebbe meno parlamentari di oggi, ma potrebbe avere una percentuale di voti che gli consentirebbe di poter essere decisivo per la formazione di una maggioranza e avere qualche poltrona nella prossima legislatura. Se invece continua a restare in questa compagine rischia di perdere ancora più consensi. È chiaro che i parlamentari di Italia Viva sarebbero più contenti di tenersi il posto e non rischiare di perderlo, quindi Renzi dovrà ponderare bene la sua decisione. Anche se il punto vero è cosa farà il capo dello Stato.

Secondo lei cosa farà?

È chiaro che al presidente della Repubblica non può sfuggire il fatto che questa maggioranza non è coesa. Realisticamente potrebbe dire che questa coalizione non è in grado di governare, dovrebbe prendere atto che è priva di un minimo comune denominatore e che, a differenza di altre situazioni in cui si può galleggiare, stavolta ci sono scelte fondamentali per il futuro del Paese sia per quanto riguarda il suo posizionamento europeo che il suo sviluppo economico.

Bisognerebbe tornare alle urne?

Sono convinto di sì. Occorre un Governo compatto per mettere a punto il Recovery plan e gestire le risorse e non vedo altre maggioranze possibili.

Non ritiene possibile la nascita di una maggioranza con Forza Italia, Pd, Italia Viva e l’ala governista di M5s?

Non credo che Berlusconi abbia intenzione di dar vita a una coalizione del genere, anche perché rischierebbe di essere schiacciato dagli altri partiti. A lui conviene di più senza dubbio essere il candidato alla presidenza della Repubblica del centrodestra.

(Lorenzo Torrisi)