La Turchia ha invaso il nordest della Siria, in modo da debellare la presenza dei curdi, che per i turchi sono al pari di terroristi, dal suo confine a sud. L’obiettivo di Erdogan è costruire una “zona cuscinetto” (buffer zone) larga 32 km lungo il confine, che tenga a distanza i miliziani curdi dal territorio turco. Ci sono stati degli scontri, ma gli Usa sono riusciti a ottenere da Erdogan un cessate il fuoco di 120 ore per permettere ai curdi di andarsene dall’area pretesa da Ankara. Alcuni scontri sono ancora in corso, ma sostanzialmente Erdogan, per adesso, ha vinto senza combattere, tra l’altro con l’ok americano per costruirsi la “zona cuscinetto”. Trump ha tradito i curdi, che hanno fatto “da fanteria della Nato” per lui contro l’Isis, lo stato islamico dal quale Erdogan ha pescato mercenari che hanno combattuto per lui una guerra “sporca”, fuori dalle regole della Convenzione di Ginevra.



Abbiamo contattato il generale Giuseppe Morabito per avere una sua opinione sulla possibilità che la “zona cuscinetto” basti a fermare una nuova fase calda del conflitto siriano. Molto dipende da chi occuperà questa zona franca, e da che tipo di accordo riuscirà a ottenere la Turchia con le due maggiori forze presenti in Siria: Assad e il suo protettore russo. Erdogan volerà a Sochi il 22 ottobre per incontrare Putin. Intanto i curdi si ritirano nell’entroterra siriano, e alcuni di loro hanno sconfinato nel Kurdistan iracheno.



I turchi volevano a tutti i costi una “zona cuscinetto”, e l’hanno ottenuta. Solo che adesso Erdogan ha anche detto di avere intenzione di restarci.

Una “zona cuscinetto” è tale se separa due parti in conflitto. Dovendole separare, deve restare sotto il controllo di una forza terza, possibilmente neutrale e sotto mandato Onu. Se tutto ciò non dovesse accadere, non saremmo di fronte a una “zona cuscinetto”. Sarebbe un’annessione turca del nord della Siria.

Lei pensa che la Turchia resterà nella “zona cuscinetto” solo temporaneamente?

La storia del Medio Oriente ci insegna che non c’è niente di più permanente di ciò che viene dichiarato temporaneo. Spero rientri dietro il confine storico.



I curdi se ne stanno andando, si parla di 300mila sfollati dalla zona di combattimento. Più di 2mila sfollati dall’area sono giunti nel Kurdistan iracheno.

I curdi sono spinti verso il Kurdistan iracheno, e anche se tra curdi iracheni e siriani non corre buon sangue, questa è comunque la migliore “cattiva” opzione in questo momento. Probabilmente non saranno trattati bene, ma non rischiano il massacro. In fin dei conti parlano la stessa lingua, condividono le stesse usanze sociali e religiose.

I curdi non hanno più le forze per tenere in prigione le milizie dell’Isis che hanno catturato.

Se devi difendere il tuo popolo, devi per forza ridurre le forze dedicate alla “polizia penitenziaria”. Ci sono buone possibilità che vengano liberati o si liberino da soli.

Trump ha detto che “coloro che resteranno coinvolti in Siria dopo il nostro addio odiano l’Isis almeno quanto noi”. Ma è vero? I turchi odiano l’Isis quanto Trump e i curdi?

L’hanno scorso il Guardian riportò che alcune unità di miliziani dell’Isis stavano passando al di là del confine turco, dove hanno ricevuto protezione. I curdi sono stati la fanteria di Trump contro l’Isis così come Erdogan, pare ormai certo, usa “tagliagole” arruolati nell’area contro i curdi. È vergognoso che un esercito della Nato come la Turchia utilizzi al suo fianco delle forze mercenarie che combattono una guerra “sporca”, fuori dalle regole della convenzione di Ginevra. E queste milizie, come quelle dell’Esercito siriano libero, stanno agendo sotto la copertura aerea dall’aviazione turca.

Che cosa impone la convenzione di Ginevra?

A grandi linee, il rispetto dell’ avversario e dei prigionieri, e limita l’utilizzo di alcuni armamenti. Non consente certo ai filo-turchi di decapitare o giustiziare i prigionieri. In questo momento, per congelare il conflitto in Siria, è necessaria una zona cuscinetto sotto il controllo dell’Onu. Tra l’altro, una risoluzione Onu sarebbe l’unico modo per far intervenire le truppe occidentali, alcune delle quali già presenti nell’area.

Sembra difficile che possa accadere, e sarà una scusa per non intervenire. Adesso rischiamo che possano arrivare foreign fighters dell’Isis in Europa? Erdogan ha già minacciato di mandare profughi in Ue.

Come ho detto, senza l’assistenza Usa, i combattenti curdi devono difendere il loro popolo e conseguentemente dovranno ridurre per necessità di cose lo sforzo di controllo dei prigionieri. Mettiamo inoltre caso che Erdogan lasci liberi di muoversi verso occidente la massa di disperati nell’area: non ci sono mezzi per riconoscere se si tratta di profughi siriani o di miliziani dell’Isis, non c’è modo di distinguerli. Quindi tra le persone che Erdogan minaccia di lasciare andare ci potrebbero essere infiltrazioni di ex foreign fighters.

Una guerra “sporca” comporta anche attacchi con armi al fosforo? I curdi hanno accusato Assad di averle usate.

Visto quello che accade in un territorio fuori controllo nulla si può escludere. Non mi stupirei se nei prossimi giorni ci fossero degli attacchi con armi “non convenzionali” contro postazioni o popolazioni turche nell’area condotti da elementi non identificabili chiaramente, per poi accusare i curdi di utilizzare questo tipo di armi. Tutto questo per non rispettare la tregua. È già successo in Siria quando si parlava di armi chimiche.

Erdogan il 22 ottobre si incontrerà con Putin a Sochi. Cosa gli chiederanno i russi?

L’interesse dei russi è mantenere le loro basi, che gli sono garantite da Assad, il loro alleato in Siria. Una “zona cuscinetto” vera, quindi controllata da un esercito terzo, magari dall’Onu, avrebbe come vantaggio anche quello di tenere le forze turche lontane da Assad, e quindi dargli modo di rafforzare la sua posizione. La “zona cuscinetto” conviene anche ai russi.

La Turchia non attaccherà direttamente le truppe di Assad.

No, vorrebbe dire muoversi contro uno Stato legittimo. Le truppe di Assad sono un esercito regolare, su uno territorio riconosciuto dall’Onu: sarebbe una aggressione. L’atteggiamento ipocrita (facciamo finta che non si stia combattendo) che vedo nella Nato non potrebbe reggere anche a un’aggressione alla Siria. I turchi adesso cercano ancora di far passare il messaggio per cui stanno conducendo un’operazione antiterrorismo, perché per la Turchia tutti i curdi sono potenziali terroristi.

Al momento, l’ha spuntata Erdogan?

Potrebbe avercela fatta a ottenere la “zona cuscinetto”. Il sangue dei curdi si mischia a distanza di anni a quello degli armeni. Una vergogna storica.

(Lucio Valentini)