Si chiama Iolanda Apostolico il giudice che ha sfidato il governo Meloni sui migranti. Il magistrato non ha convalidato il fermo dei migranti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo e ha disposto l’immediato rilascio, in aperta opposizione al decreto Cutro. La sinistra ha presentato la toga come “un cane sciolto”, libera e senza legami con correnti politiche. Ma secondo quanto ricostruito dal Giornale la verità è un’altra.
Prima della chiusura del profilo Facebook per una sorta di “autocensura”, il quotidiano è riuscito a dare un’occhiata ai social della Apostolico e sono emersi dettagli che hanno acceso il dibattito in rete. In primis, la petizione nel luglio del 2018 che chiedeva una mozione di sfiducia nei confronti dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma non è l’unico episodio.
Il giudice che ha sfidato il governo
Come spiegato dal Giornale, il giudice Apostolico ha anche pubblicato sulla sua bacheca un articolo dal titolo “Open Arms e Sea Watch: la richiesta di archiviazione della procura di Palermo”. Una passione per le Ong testimoniata anche dalle pagine seguite su Facebook: da Free Open Arms a Open Arms, ossia l’organizzazione non governativa che ha portato Salvini a processo. Un interesse che ben si sposa con l’immigrazione, testimoniato a sua volta dal like a “Presidio permanente No Borders – Ventimiglia”. E ancora, il follow alla pagina del Progetto 20K, associazione che si definisce una “rete di solidarietà e aiuto concreto per la libertà di movimento”, e quello alla pagina di Caravana Abriendo Fronteras, che sostiene l’ideologia no border. Risale al 2016 un’altra petizione, dal titolo emblematico: “L’Europa apra le porte ai migranti e usi i finanziamenti per garantire viaggi aerei sicuri”. Una scoperta che ha scatenato l’immediata reazione di Matteo Salvini: “Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma purtroppo non sorprendenti. Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i Decreti sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che ‘va fermato anche se ha ragione. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra. Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”.