A poco più di 24 ore dal caos treni che ha completamente paralizzato le stazioni di Roma nella mattinata di ieri – come ovvie ripercussioni su buona parte dei collegamenti da Nord a Sud e viceversa – inizia la ‘caccia’ ai colpevoli ben testimoniata dalle parole dell’Amministratore delegato di Rfi (ovvero la Rete ferroviaria italiana) Gianpiero Strisciuglio pronunciate al Corriere nella mattinata di oggi; il tutto – però – partendo dalle “doverose scuse” verso tutti i viaggiatori e i pendolari coinvolti “nei disagi” di ieri.



Entrando subito nel merito di quanto accaduto ai treni romani, l’AD spiega che si è trattato di “un guasto a una cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione” che ha reso del tutto impossibile “l’utilizzo degli impianti” romani: “Il guasto – continua – è stato provocato da alcuni lavori notturni effettuati da un’azienda esterna” ad Rfi che avrebbe reciso un cavo elettrico e “compromesso il funzionamento” dell’alimentatore della già citata cabina.



Ad aggravare il quadro del guasto – spiega ancora Strisciuglio – ci sarebbe stato poi anche un secondo “malfunzionamento della stessa cabina” che invece che attivare (come dovrebbe) “il sistema di alimentazione alternativo” ha paralizzato l’intero sistema seguendo il protocollo di “messa in sicurezza dell’operatività”: un doppio guasto – sottolinea e ribadisce – che mai si sarebbe verificato se non fosse stato per il “danno (..) causato dalla ditta esterna”.

Strisciuglio: “Abbiamo avviato un’indagine approfondita sul caos treni Roma”

Ma seppur da un lato sia indubbia – secondo Strisciuglio – la colpa della ditta esterna che ha bloccato la circolazione a Roma, dall’altro non è ancora chiaro cosa sia successo alla cabina che “di per sé ha una dotazione che le consente di sopperire al primo malfunzionamento” grazie ad una serie di “cosiddette ridondanze tecniche”: circostanza che è attualmente al centro di “ulteriori approfondimenti” che porteranno certamente a “provvedimenti” verso gli eventuali responsabili. 



D’altra parte, l’AD di Rfi sostiene di aver già attivato “una serie di ulteriori attività di presidio” che permetteranno di “potenziare il (..) piano di interventi di manutenzione” puntando anche sulla “diagnostica, soprattutto in chiave predittiva” al fine non solo di evitare che eventi del genere si ripetano, ma anche di “conoscere la condizione degli impianti” prevenendo eventuali “avarie o danneggiamenti”.