BORSE, ORDINE SOCIALE E STUDENTI: IL CAOS ESPLOSO IN TURCHIA CON L’ARRESTO DI IMAMOGLU (A 4 GIORNI DALLE PRIMARIE)
Le borse europee in flessione, le piazze che tornano a riempirsi con ulteriori arresti e tensioni con le forze dell’ordine, studenti schierati a fianco del sindaco di Istanbul e contro il Governo autarchico del Presidente Erdogan: è un caos completo quanto è in corso in Turchia dopo che questa mattina il principale leader dell’opposizione, Ekrem Imamoglu, è stato arrestato dalla polizia di Istanbul con l’accusa di corruzione e falso. Addirittura altri 100 arresti sono stati disposti dalla magistratura turca, tutti tra giornalisti, collaboratori e politici legati al sindaco e leader del Partito Repubblicano (CHP): per tutti l’accusa è di corruzione e frode, oltre al «favoreggiamento nei confronti dell’organizzazione terroristica Pkk».
Nel giro di pochi giorni prima l’accusa di aver falsificato la laurea in Università (pre requisito fondamentale per candidarsi alle Elezioni Presidenziali in Turchia), poi l’evoluzione di un altro processo che vede Imamoglu accusato di insulti alla Commissione Elettorale (è in attesa della sentenza d’Appello, se confermata lo vedrebbe escluso dalla vita politica), e ora l’arresto con fermo per alcuni giorni. Domenica 23 marzo 2025 si sarebbero tenute le primarie del CHP che, dopo il ritiro del sindaco di Ankara Mansur Yavas, vedevano Imamoglu iper-favorito per essere nominato candidato repubblicano alle prossime Elezioni del 2028.
Al netto degli scontri in piazza che proseguiranno nei prossimi giorni in attesa di capire cosa succederà dal Comitato Elettorale e dallo stesso Governo turco, l’arresto di Imamoglu è un ulteriore colpo alla già fragilissima democrazia esistente sotto Erdogan: «Ho fiducia nella mia nazione, ma è una grande tirannia e io non mi arrenderò», ha detto in diretta tv mentre i poliziotti fuori dalla porta della sua abitazione stavano per fare irruzione. Secondo il partito Repubblicano l’arresto odierno è un «colpo di Stato netto» contro la volontà nazionale, contro la sfida che Imamoglu aveva lanciato contro Erdogan in vista delle prossime Elezioni, con i sondaggi che lo davano in vantaggio anche importante.
IL PIANO DI ERDOGAN, IL TENTATIVO COI CURDI E IL PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA. OPPOSIZIONI CHIEDONO DI BOICOTTARE LE ELEZIONI
Il blocco di internet e l’impossibilità scendere in piazza per protestare a favore di Imamoglu sta rendendo molto complesso per gli oppositori contestare quanto avvenuto nelle scorse ore, ma agli occhi dell’intera comunità internazionale la posizione di Erdogan da oggi si fa ben più complicata (anche se non è la prima volta, basti ricordare i vari arresti di altri oppositori politici in passato). Da CHP al partito filo-curdo DEM, il commento generale sull’arresto di Imamoglu è di nuovo “golpe tirannico” del Presidente contro il sindaco e altre 106 persone arrestate tutte la mattina del 19 marzo 2025.
Il piano choc che potrebbe avere in mente Erdogan, con prove e indizi disseminati in questi ultimi particolari mesi di vita politica in Turchia, prende spazio e origine da una necessità impellente che il “sultano” avrebbe da qui nel breve periodo: per potersi candidati alla guida dell’AKP nel terzo mandato consecutivo, Erdogan dovrebbe modificare la Costituzione in quanto ad oggi non potrebbe presentarsi.
Due le soluzioni possibili: far crollare il Governo subito per poter andare a Elezioni anticipate dove è possibile la sua candidatura, col rischio però di non riottenere la maggioranza visto il consenso al ribasso nelle ultime settimane. In tal senso, la svolta del leader curdo Abdullah Öcalan nell’annunciare la fine della guerra armata contro lo Stato prende spunto dalle aperture di Erdogan per “ingraziarsi” il partito DEM e accoglierlo in un potenziale nuovo prossimo Governo.
Secondo eventuale piano in mente dell’autopronunciato “erede di Ataturk” porta direttamente ai giorni nostri: sgonfiare la leadership del CHP, arrestando il principale leader Imamoglu, punterebbe a cambiare la costituzione per permettere la modifica sui limiti dei mandati. Ed è qui che il rapporto con il partito DEM si dovrebbe rafforzare, spezzando l’alleanza storica con i repubblicani nell’opposizione anti-Erdogan. Il “ricatto” in mano al Presidente contro i curdi è la ripresa della persecuzione tanto in Turchia, quanto contro la componente curda presente ancora oggi in Siria. Il Republican People’s Party questo pomeriggio con il presidente Özgür Özel ha invitato di boicottare le eventuali prossime Elezioni, che siano anticipate o a scadenza naturale nel 2028.
INTANTO L’UE LANCIA UN MONITO A ERDOGAN…
«La Turchia resti ancorata alla UE»: così la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, in una nota unitaria con il Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, commentano l’arresto clamoroso del sindaco di Istanbul. La Turchia, come noto, è membro del Consiglio d’Europa (che non va confuso con il Consiglio UE dei 27 Capi di Stato europei) e continua ad essere candidato per l’ingresso nell’UE: in quanto tale, rilevano i due leader da Bruxelles, serve rimanere ancorati ai valori democratici, proteggendo i diritti dei funzionari eletti come Imamoglu.
Per Von der Leyen e Costa, la Turchia deve rimanere unita all’Eurozona ma per farlo deve prendere un chiaro impegno per le pratiche e le norme della democrazia istituzionale: «la Turchia rispetti questi principi chiave», conclude la Presidente della Commissione Europea durante una conferenza stampa alla vigilia del Consiglio UE.
Negli corsi giorni la Turchia di Erdogan si era ulteriormente avvicinata nel dialogo con Bruxelles sia per quanto riguarda la complessa vicenda della Siria, sia sul fronte migrazione e sia sulla possibilità di aggiungere un tavolo di negoziato per le trattative sulla fine della guerra in Ucraina: l’arresto del sindaco di Istanbul rappresenta invece un colpo di scena che esternamente non fa certo “buona pubblicità” al “sultano” turco, al potere ininterrottamente dal 2003 (prima come Premier, poi come Presidente).