Passi importanti sulla via della diplomazia per risolvere la situazione critica tra Russia, Ucraina e Stati Uniti. Mentre la minaccia di una guerra è sempre alle porte, il presidente Macron ha incontrato personalmente Putin, il quale ha dichiarato di “voler fare di tutto per trovare dei compromessi che soddisfino tutti”. Sono parole importanti. Secondo indiscrezioni, infatti, Macron avrebbe proposto che l’Ucraina diventi un paese-cuscinetto neutrale, come la Finlandia.
De-escalation è la parola d’ordine, perché al confine tra Russia e Ucraina sono ancora presenti centomila soldati russi e i più moderni mezzi d’assalto dell’esercito di Mosca: “Gli aiuti americani e della Nato” ci ha detto in questa intervista Giuseppe Morabito, membro fondatore dell’Institute for Global Security and Defense Affairs (Igsda) e membro del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation, “hanno più che altro un valore simbolico e psicologico, per tenere alto il morale delle truppe ucraine. Ma se i russi sferrassero l’attacco, l’Ucraina sarebbe spazzata via in pochissimo tempo”.
Nonostante le aperture diplomatiche, gli eserciti restano sul campo, pronti a intervenire. Che analisi sulle strategie si può tentare di fare?
La guerra è sempre il fallimento della diplomazia. In questi ultimi giorni, fortunatamente, si sta ancora muovendo la diplomazia. Dal punto di vista militare gli aiuti che stanno arrivando all’Ucraina non cambiano la situazione sul terreno. In quell’area dove sono schierati i russi questi aiuti non cambiano il risultato dell’utilizzo delle forze di una parte e dell’altra.
In che senso?
Se le forze russe, che sono state ammassate nella zona, attaccano, spazzano via in pochi giorni le truppe ucraine, nonostante gli aiuti che hanno ricevuto. Questi aiuti sono più che altro motivazionali, utili dal punto di vista psicologico per gli ucraini che si devono difendere, per far sì che non si sentano soli.
Intende dire che gli aiuti americani e della Nato non cambiano l’equilibrio delle forze in campo?
Guardiamo agli aiuti: parliamo di poche migliaia di soldati. Non è che se si mandano tot mezzi anti-carro o tremila uomini cambia qualcosa, in caso di attacco russo.
E’ stato fatto un calcolo: se i russi dovessero attaccare, morirebbero almeno 50mila soldati ucraini. E’ un calcolo plausibile?
Sì, anche se non conosciamo i parametri usati per questi calcoli. Quando si apre un conflitto, i parametri non sono mai esatti, spesso sono calcolati a spanne. Nell’area del conflitto, se si scontrassero 30 aerei anti-missile, non cambierebbe il bilanciamento delle forze, per far quello ci vogliono mesi. Non si possono aiutare gli ucraini a resistere, se non sono addestrati a farlo.
In questo quadro va sottolineata la solita ambiguità di Erdogan: pur essendo amico di Putin, vende droni all’Ucraina. A che gioco sta giocando?
Erdogan, in quanto membro della Nato, deve fare la sua parte. Se poi ci guadagna anche dei soldi, per lui è meglio. Il problema è che vendere droni non basta, bisogna mettere a disposizione anche il personale tecnico che possa insegnare agli ucraini a utilizzarli. Quando si offre uno strumento tecnologico si deve fornire anche personale che insegni il know out. Ma siamo sicuri che non ci siano tecnici turchi o di altri paesi che stanno supportando i soldati ucraini e che, nel momento di un attacco russo, eventualità che io continuo a escludere, questi tecnici non si dilegueranno, lasciando gli ucraini da soli con armi che non sanno usare? Fidarsi di Erdogan è impossibile, questa è la cosa certa.
Biden continua a insistere sul blocco del gasdotto Nord Stream 2 in caso di attacco russo, insistenza che sembra chiudere ogni via diplomatica, è d’accordo?
La Germania ha bisogno di spegnere sei centrali nucleari, ma se Biden ferma il Nord Stream 2 e manda gas con le navi americane è una soluzione solo temporanea. Può bloccare il gasdotto russo e dire: rifornisco l’Europa con il gas liquido americano. Non si può mandare avanti l’economia tedesca così, tanto meno quella italiana, che ha solo tre gassificatori in funzione. Le nostre fabbriche si fermerebbero. Biden può solo mettere una toppa per un mese, ma non può fermare il Nord Stream 2 per sempre. Sono minacce contro minacce.
Macron ha incontrato Putin. La sua idea di fare dell’Ucraina un paese-cuscinetto neutrale come la Finlandia può funzionare?
Per quanti anni? Secondo me, non è un’idea sbagliata, si può proporre un accordo in base al quale per dieci anni l’Ucraina non entra nella Nato, così Putin porta a casa una vittoria. Ma è tutto un gioco di scacchi, è diplomazia. Intanto si prende tempo e centomila soldati russi sono fermi in mezzo alla neve, consumando capacità operativa.
(Paolo Vites)
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