In UK si sta creando un vero e proprio caos attorno ad alcune manifestazioni a favore dei palestinesi nel corso delle quali sono stati intonati diversi canti antisemiti che invocavano la jihad contro Israele. Il caos, però, non sarebbe dovuto tanto alle manifestazioni in sé, quanto al mancato intervento da parte della polizia per sedare quello che è stato definito dalla ministra Suella Braverman “incitamento all’odio”.
Il pomo della discordia in UK sarebbero state, appunto, alcune manifestazioni a favore della Palestina che si sono tenute nel corso del fine settimana. In una di queste, che si è svolta a Londra, per volere dell’associazione Hizb utTahrir Britain, il capo del corteo portava uno striscione con scritto “eserciti musulmani, salvate il popolo della Palestina“. In un video registrato da un operatore televisivo locale, il giornale chiedeva quale fosse la soluzione per liberare i palestinesi, ottenendo come risposta “la jihad“, seguita da alcuni cori da parte dei manifestanti. Secondo la ministra UK Braverman, la polizia avrebbe dovuto interrompere il corteo, che invece è stato lasciato libero di concludere il suo percorso.
Caos UK per le manifestazioni pro-Palestina: la posizione della polizia
Insomma, numerose associazioni ebraiche in UK si sarebbero lamentate dei canti e degli incitamenti durante le manifestazioni a favore dei palestinesi, spingendo la ministra degli Interni Braverman a prendere provvedimenti. Allo stato attuale è previsto un incontro tra la ministra e il capo della polizia per discutere sull’approccio adottato dagli almeno 15 agenti che sono rimasti impassibili ad assistere allo svolgersi della manifestazione.
“Non c’è posto per l’incitamento all’odio o alla violenza nelle strade”, ha affermato al Daily Mail una fonte UK, “e, come ha chiarito il Ministro degli Interni, la polizia è invitata a reprimere chiunque infranga la legge”. Dal conto suo, invece, la polizia sottolinea come non vi sia stata alcuna violazione della legge durante le manifestazioni che potesse giustificare un intervento da parte degli agenti. In merito alla parola “jihad”, interpretata come un invito alla lotta armata terroristica, la polizia UK ha sottolinea la pluralità di “significati” che la parola può avere, spiegando come, comunque, l’uomo sia stato identificato ed inviatato a non intonare più canti simili.