Sono circa 1,6 milioni le dosi di vaccino anti-Covid presenti al momento nel nostro Paese ma ancora non utilizzati per la campagna nazionale: dopo 2 mesi dal Vax Day del 27 dicembre il piano vaccini del Governo Conte non solo non ha ingranato ma presenta inevitabili correzioni che ora il nuovo esecutivo è costretto a mettere in atto per velocizzare al più presto la campagna. Tante le problematiche dall’Europa – con negoziati che non si sono dimostrati all’altezza della grave emergenza generale – ma diverse anche quelle nei nostri confini: discussioni su primule, obbligo vaccini, contestazioni alle forniture delle Big Pharma quando poi un piano vero e proprio, alla prova dei fatti, non si è visto appieno.
Come scrive oggi su La Verità Camilla Conti «Se la campagna va lenta non è colpa delle case farmaceutiche ma delle falle logistiche del piano nazionale sulle vaccinazioni. Eppure Arcuri ha più volte ribadito di non avere nulla da rimproverarsi, “neanche l’Europa. L’acquisto centralizzato di vaccini per 27 Paesi è una pagina bella della storia europea che va continuata”».
LA “RIVOLUZIONE” DI DRAGHI SUI VACCINI
Il collegamento con le Regioni, le forniture precise, lo scioglimento dei dubbi sui luoghi dove vaccinare – il piano Primule nettamente naufragato dopo settimane di botta e risposta con le Ats locali – e un chiarimento sul numero di vaccini reali in possesso: tutto questo viene imputato al terzetto Conte-Speranza-Arcuri non solo dai quotidiani da sempre molto polemici con il Governo precedente, ma ora anche dai grandi giornali nazionali e internazionali (Economist e Financial Times).
Per tutti questi motivi, il Governo Draghi vuole porre un cambio di passo sostanzioso a partire dai ruoli di gestione che si mutueranno nelle prossime settimane: Fabrizio Curcio come nuovo capo della Protezione Civile gestirà il settore prettamente sanitario della campagna vaccinale mentre il nuovo sottosegretario con delega alla Sicurezza Nazionale, Franco Gabrielli, dovrebbe sostituire in molti poteri il “super-commissario” alla gestione vaccini Domenico Arcuri. «Il premier vuole che gli uomini dell’emergenza, anche dell’esercito che il ministero della Difesa metterà a disposizione, si muovano in una cornice normativa ben definita e alla luce della sentenza della Corte costituzionale di cinque giorni fa. La lotta alla pandemia, hanno stabilito i giudici della Consulta, è competenza dello Stato. Cosa vuol dire? Che in questo lungo anno di battaglia al virus il conflitto tra governo centrale e Regioni non aveva ragione di essere se non per una errata interpretazione del federalismo sanitario», scrive la Stampa dando qualche anticipazione al nuovo piano vaccini del Premier Draghi.