È diventato un caso SaluteLazio, il sito messo a disposizione dalla Regione Lazio per la prenotazione dei vaccini anti Covid per gli over 80. La piattaforma si è piantata subito, peraltro non a sorpresa, considerando quanto sia travagliata l’esperienza digitale nel nostro Paese. Al termine della prima giornata in 50mila sono riusciti a registrarsi: questi i dati forniti dall’assessorato alla Sanità. Non si capisce, però, il motivo per il quale non sia usata la piattaforma nazionale dei vaccini di Poste. Era stato il commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri a spiegare di aver incaricato Poste ed Eni di sviluppare gratuitamente una piattaforma per la gestione delle vaccinazioni.



Come evidenziato da Repubblica, Eni subentra in una seconda fase, col supercalcolatore HPC5 per la valutazione sui dati. Dunque, Poste ha cominciato a lavorarci da oltre un mese per assicurare la gestione logistica dei vaccini. Da un punto di vista prettamente pratico, quindi del software, si tratta di una estensione del lavoro che Poste fa per ogni pacco. Dunque, è bastato inserire nei sistemi un nuovo centro logistico a Pratica di Mare.

VACCINI COVID, REGIONI SNOBBANO POSTE

La realizzazione della piattaforma per le prenotazioni dei vaccini  anti Covid da parte dei cittadini, dove i medici e gli operatori sanitari devono inserire i dati delle vaccinazioni effettuate. Da un punto di vista teorico è una soluzione efficace: ci si prenota online, al telefono o di persona con il portalettere o col bancomat di Poste. La piattaforma si appoggia, spiega Repubblica, al cloud di Microsoft, cioè Azure, che quantomeno esclude intoppi come quelli registrati nella Regione Lazio. Sulla carta, però, qualcosa non ha funzionato. A inizio gennaio Poste ha presentato la piattaforma a tutte le regioni, garantendone la gratuità. Alla fine, però, solo Abruzzo, Marche, Calabria e Sicilia hanno deciso di usarla. Le altre si muovono in ordine sparso, appoggiandosi a propri sviluppatori e società informatiche.

ARCURI: “ECCO L’ITALIA DEL TITOLO V”

«È l’Italia del Titolo V», il commento che filtra dagli uffici di Domenico Arcuri. Evidente il riferimento ai limiti dell’autonomia regionale sulla sanità. Pare che lo stesso commissario abbia provato a convincere i governatori a usare la piattaforma, ma non ha convinto neppure Nicola Zingaretti. Pare però che stia convincendo Molise e Friuli-Venezia Giulia. Comunque, la Regione Campania è partita bene con le prenotazioni. Invece il Lazio fa sapere di aver snobbato Poste solo per una questione di tempi. «In Poste erano indietro e noi volevamo partire al più presto e abbiamo preferito fare da soli» spiega l’assessore Alessio D’Amato. Quindi si sono rivolti alla società informatica Lazio Crea. «Ma in questo modo tra una settimana avremo prenotato tutti gli over 80 che sono oltre 400 mila».