In un atto di dimostrazione di forza, giovedì mattina Maduro è apparso alla testa di migliaia di militari incitandoli “a un’azione di forza, combattere per dare al mondo un segnale e affermare che in Venezuela esiste una forza armata nazionale leale e unita, sconfiggendo le intenzioni golpiste che vengono vendute da Washington oltre che a disarmare qualsiasi traditore e golpista”. Siamo arrivati quindi a un punto nel quale queste parole rivelano come, in effetti, non tutto quello che il dittatore ha detto nel suo intervento televisivo il giorno precedente, trasmesso dalla catena televisiva Telesur, corrisponde a verità. Visto anche che di alcuni alti comandi militari del regime non si sa più nulla da due giorni.



Quindi qualcosa di grave è veramente successo, come sostengono le autorità statunitensi, e non si è trattato di una trappola tesa dal regime con la regia delle autorità russe presenti nel Paese (non dimentichiamoci di quelle cubane… ) e ciò probabilmente porterà a grandi cambiamenti, sempre però nella cerchia dell’ex autista di Chávez.



Dopo aver proclamato che a breve verrà messa in atto un’azione di scioperi articolati che dovrà terminare in uno generale, Guaidó è scomparso dalla circolazione, come pure Leopoldo Lopez, dopo aver comandato le manifestazioni che anche ieri hanno registrato la morte di un’attivista e diversi feriti, tra i quali un gruppo di giornalisti, assaltati a colpi di mitragliatrice dalle truppe di polizia.

Ormai siamo arrivati a un punto dove tutto, ma veramente tutto, può accadere, perché se da una parte la popolazione è ormai stremata dalla situazione economica e sanitaria, dall’altra il regime che l’ha provocata è puntellato ormai in forma più che evidente da Russia, Cina, Iran e movimenti estremisti palestinesi, in una manovra che però, con straordinaria idiozia, non viene nemmeno notata lontanamente, a livello internazionale, da certa sinistra che però tuona contro eventuali ingerenze degli Usa messe in atto da anni per soffocare la democrazia regolarmente eletta dal popolo.



Pare incredibile, ma questa negazione dell’evidenza e la completa adesione alla storiella della falsa democrazia del regime venezuelano (giova ricordare che le ultime elezioni vennero indette senza la partecipazione dell’opposizione, impedita dal regime) continua a mietere vittime tra i vari intellettuali di quell’odioso movimento radical-chic che da anni sentenzia balle colossali spacciandole come verità rivelate. Purtroppo molti italiani fanno parte di questo club e il bello è che si scopre pure che il regime li invita a visitare il Venezuela per mostrargli che la situazione è assolutamente normale. Strano però che le varie guide che accompagnano questi gruppi “made in Disneyland” seguano passo a passo i partecipanti in tour organizzati all’uopo. Per poi fargli pubblicare articoli, come quello apparso l’altro giorno su un quotidiano italiano, dove la situazione del Paese viene definita normale…

Tornando all’attualità e abbandonando le favole bisogna registrare che, da un momento all’altro, è attesa la sentenza di un giudice del regime che imporrà l’arresto di Guaidó: se questo dovesse accadere (ma è da ieri che questa decisione non viene confermata) saremmo arrivati alla resa dei conti e purtroppo assisteremo a un bagno di sangue di proporzioni notevoli. Con buona pace dei nostri cari radical-chic che si augurano da anni la diffusione del modello venezuelano al resto del mondo…