Gli attacchi dell’aeronautica saudita alla base aerea di Al Dailami, vicino all’aeroporto di Sana’a, unitamente all’uso di missili balistici e droni, hanno avuto l’effetto di scuotere o meglio di incrinare la resistenza dei pasdaran. Sebbene gli Stati Uniti si siano ritirati dal sostenere Riyadh quando l’amministrazione Biden è entrata in carica, gli attacchi sono stati condotti utilizzando le coordinate fornite dalla Defense Intelligence Agency (Dia) degli Stati Uniti.



Gli Usa e l’Arabia Saudita hanno recentemente avviato una nuova fase della loro cooperazione sullo Yemen nel contesto della battaglia strategica per Marib, dove le forze della coalizione a guida saudita stanno lottando contro le truppe della milizia Houthi.

Il rinnovato coordinamento tra Stati Uniti e Arabia Saudita sullo Yemen è iniziato con un incontro tra il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, l’inviato degli Stati Uniti per lo Yemen, Tim Lenderking, e il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman il 27 settembre, con il Pentagono.



Questa rinnovata sinergia dimostra il legame inossidabile tra sauditi e americani, al di là delle dichiarazioni fatte da Biden.

Senza supporto aereo e perdite sostanziali nei loro ranghi, gli Houthi stanno investendo nel controspionaggio nella speranza di infiltrarsi nell’apparato di sicurezza della coalizione. Hassan Erlou, ambasciatore iraniano a Sana’a e membro dei pasdaran, ha istituito una cellula guidata dal direttore della pubblica sicurezza presso il ministero degli Interni, Abdelkader Qassem Ahmed Al Chami. Sono coinvolti eminenti membri dell’apparato di sicurezza Houthi, come il capo dell’intelligence esterna, il Servizio di sicurezza nazionale, Abdelrab Saleh Jerfan, il vice ministro degli Interni Houthi Abdulkarim Hachem Al Khiwani, e il vice ministro della Difesa, Mohammed Abdulkarim Al Ghammari.



Il servizio di controspionaggio della coalizione, che ha sentito parlare di questo attivismo, è riuscito a smantellare una rete pro-Houthi che aveva cercato di infiltrarsi nell’alto comando di Riyadh e ha intercettato la trasmissione di coordinate che sarebbero state utilizzate in futuri attacchi.

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