Continuano i bombardamenti nell’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia anche se sono arrivati gli ispettori dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il reattore numero 5 è stato disattivato dal sistema di protezione dopo un attacco di artiglieria, mentre il numero 6 continua a fornire energia per le esigenze dell’impianto. Le due parti in causa, Ucraina e Russia, si scambiano accuse su chi veramente stia bombardando ormai da giorni la centrale: secondo Kiev, le forze russe stanno bombardando l’area; secondo il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Ria Novosti, sono invece le forze ucraine che stanno bombardando il punto di incontro della missione, nell’area dell’insediamento di Vasilyevka e della centrale nucleare. Le strutture hanno subìto vari attacchi dall’inizio dell’invasione russa. L’impianto, il più grande d’Europa e il terzo al mondo, è occupato dalle truppe russe dal 4 marzo, sebbene sia attualmente gestito da funzionari ucraini.
Secondo Vincenzo Giallongo, colonnello dei Carabinieri, esperto di sicurezza, numerose missioni estere, in Iraq durante la missione Antica Babilonia, da noi intervistato, “essendo la centrale occupata da mesi dalle forze russe, non si capisce perché dovrebbero bombardare se stessi. È più probabile che a colpire siano gli ucraini, in un tentativo estremo di recuperare il sostegno dei Paesi europei, molto indebolito dopo lo scoppio della crisi energetica dovuta alle sanzioni contro Mosca”.
Si chiede a gran voce di far cessare i bombardamenti nell’area della centrale di Zaporizhzhia, dove il minimo errore potrebbe scatenare devastazioni mai viste. Secondo lei, chi ha interesse a portare avanti questa strategia del terrore?
A mio parere, a colpire la centrale sono gli ucraini, che cercano in qualche modo di risvegliare l’opinione pubblica internazionale e di riportarla a loro favore dopo che la crisi energetica conseguente alle sanzioni contro la Russia sta spaventando e mettendo in crisi tutta l’Europa. Di conseguenza le simpatie verso Kiev sono calate molto rispetto a quanto erano a inizio conflitto. Il ragionamento è comunque semplice: la struttura è occupata dai russi sin da marzo, che motivo avrebbero di bombardare se stessi?
Stando ovviamente a quanto dicono i russi, due gruppi di sabotatori dell’esercito ucraino, fino a 60 persone, sarebbero sbarcati a circa tre chilometri dalla centrale. Kiev sta usando, come dice lei, la centrale per incolpare i russi e mettere paura all’Europa, o conta il fatto che mezza Ucraina dipende dall’energia fornita dall’impianto?
Esatto, è proprio così, una grossa percentuale della loro energia viene proprio da quella centrale.
Hanno paura che i russi possano interromperne il flusso?
Sì e no. Non credo che in questo momento del conflitto la Russia abbia interesse a chiudere i rubinetti, sarebbe la peggiore delle manovre che potrebbe fare.
In che senso?
Vorrebbe dire mettere milioni di persone volontariamente in grosse difficoltà e subire le conseguenze dei Paesi occidentali. Tra le due ipotesi, quella di scatenare un incidente che incolpi la Russia, e questa, ritengo la seconda molto minoritaria.
Si leggono però sui social dichiarazioni inquietanti di parlamentari inglesi e americani, che affermano come qualsiasi danno alla centrale possa attivare l’articolo 5 del Trattato di difesa collettivo della Nato. Ha senso?
Assolutamente no. Evidentemente l’operazione di recupero della simpatia da parte di Kiev sta ottenendo risultati. Non credo che la Nato possa mai intervenire se dovesse verificarsi un incidente nucleare, anche perché non si capirebbe perché provocarlo in quel momento senza averlo fatto fino ad adesso. L’articolo 5 del Trattato è comunque tassativo: la Nato interviene solo se un Paese membro viene attaccato, l’Ucraina non lo è. Credo piuttosto che gli ucraini stiano molto attenti a dove colpiscono.
In Europa infatti cresce la preoccupazione che i bombardamenti intorno a Zaporizhzhia possano provocare una catastrofe peggiore del disastro nucleare di Chernobyl del 1986.
Assolutamente sì. Ricordiamo però che un danno alla centrale colpirebbe per primi proprio gli ucraini, poi i bielorussi e infine i russi. A essere colpiti più di tutti sarebbero dunque tutti i contendenti in guerra. Gli ucraini devono stare molto attenti a non andare oltre a un certo tipo di assalti: conoscono bene la struttura, non a caso il nucleo sta a destra e loro combattono molto sulla sua sinistra. È comunque in atto un gioco delle parti che desta molta preoccupazione.
(Paolo Vites)
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