La notizia del ritiro dalle scene di Caparezza a causa dell’acufene di cui soffre da tempo, e di cui lui stesso aveva parlato anche nella canzone Larsen, ha gettato nel panico i fan dell’artista. Ma si è creato tanto rumore per nulla, perché il ritiro è solo temporaneo. “A causa di alcune notizie erronee uscite questa mattina sul web sono costretta a specificare quanto segue: Caparezza NON si ritira dalle scene e non lo ha mai dichiarato“, afferma la portavoce dell’artista dopo le notizie circolate in relazione ad un’intervista resa a QN. Caparezza spiegava che in autunno non ci sarà una ripresa del tour estivo.



Semplicemente a causa della malattia (l’acufene di cui ha già ampiamente parlato) deve LIMITARE il numero dei live“. Di conseguenza, se prima Caparezza poteva affrontare un tour intenso a livello di date, ora bisogna limitarle. “Questo NON significa smettere né di fare musica né di fare concerti. Semplicemente che il tour in partenza domani da Treviso, che segue l’uscita del disco “EXUVIA”, avrà solo 20 date in Italia. Solo questi venti appuntamenti live prima di passare a lavorare al prossimo disco (e relativo tour)“, prosegue la nota ufficiale su Caparezza. (agg. di Silvana Palazzo)



CAPAREZZA “HO L’ACUFENE, STO MALE”

Caparezza, al secolo Michele Salvemini, ha deciso di alzare bandiera bianca e di fare un passo indietro: il 13 agosto a Majano, in provincia di Udine, si esibirà per l’ultima volta (almeno per ora) in un concerto dal vivo. Una scelta indubbiamente sofferta per il poliedrico artista pugliese e legata alle problematiche di salute con le quali da anni si trova a convivere. Esse hanno una denominazione ben precisa: acufene e ipoacusia, due disturbi a carico dell’orecchio che gli rendono impossibile proseguire il suo percorso musicale, perlomeno per quanto concerne i live.



“Quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione”, ha confessato Caparezza in un’intervista rilasciata a QN. Il cantante di Molfetta, che a ottobre celebrerà il suo compleanno numero 48, aveva già parlato tempo fa dei suoi guai di salute e, com’è solito fare, ci era riuscito attraverso le sette note. Nel brano “Larsen”, infatti, cantava: “Fischia l’orecchio, infuria l’acufene. Nella testa vuvuzela, mica l’ukulele”. Tuttavia, nonostante abbia tentato di resistere e di trovare un rimedio con l’ausilio degli esperti medici, Caparezza ha capito di essere costretto a ridimensionare la sua attività: “Faccio queste venti date del mio tour 2022 e mi fermo, perché i concerti dal vivo rappresentano una sollecitazione straordinaria del mio udito e non posso rischiare troppo”.

CAPAREZZA “POTREI DEDICARMI A SCRITTURA O FUMETTI”

Per Michele Salvemini, peraltro, c’è il rischio concreto di perdere definitivamente l’udito e, giocoforza, ha dovuto mettere in cima alla lista delle sue priorità la salvaguardia del proprio benessere: “Non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto, ma non è cambiato alcunché. Così ho smesso di cercare cure miracolose per il mio deficit uditivo”.

Caparezza, reso celebre (anche) dal tormentone “Fuori dal tunnel“, ha rivelato che nessuna pillola, iniezione e neppure la psicoterapia sono riuscite a migliorare le sue condizioni ed è giunto alla conclusione che “dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi. In futuro mi piacerebbe dare vita a qualcosa per altri. Intendo mettermi alla prova, sapendo che la mia creatività non si limita alla musica. Amo la scrittura e quindi penso a un testo, a un fumetto, a un soggetto, a una storia”.