Fabio Capello torna a parlare e come sempre il tecnico friulano non è mai banale. Ai microfoni de “Il Messaggero” l’ex mister scudettato di Milan e Roma ha parlato del terremoto Messi e della capacità dei club guidati dagli sceicchi di far saltare puntualmente il banco del mercato. Secondo Capello ci si dovrà ormai fare l’abitudine e a suo parere la tanto vituperata Superlega poteva rappresentare un argine a questo strapotere, alimentando la concorrenza tra i grandi club europei: “Il problema gira sempre intorno ai soldi“, ha spiegato Capello.
“La nascita di una Superlega sarebbe andata a ledere gli interessi delle federazioni calcistiche europee minori e di chi non rientrava nel campionato d’élite. Allo stesso tempo, però, avrebbe garantito a chi partecipava di avere degli introiti importanti. E magari il Psg avrebbe avuto più concorrenza e non avrebbe avuto via libera sul mercato.” Non è d’accordo il tecnico su chi ha definito quelle di Messi “lacrime di coccodrillo. “E cosa doveva fare? Una volta appurato che al Barcellona non era possibile restare, l’unica piazza libera che lo poteva accogliere era Parigi con il Psg. Sono i soli che si possono permettere di pagare determinati stipendi,” ha sottolineato Capello.
CAPELLO: “SULLA ROMA DI MOURINHO SOSPENDO IL GIUDIZIO”
Secondo Fabio Capello è la geografia del calcio ad essere ormai cambiata e anche i club italiani devono farsene una ragione: così come per lungo tempo la nostra Serie A ha dominato la scena, importando i più grandi campioni, ora non deve indignarsi ma prendere atto che le maggiori disponibilità di mezzi sono all’estero. Ma secondo Capello c’è stato un momento preciso in cui tutto è cambiato: “Adesso comandano i russi, gli arabi, chi ha maggiore liquidità. Non possiamo indignarci perché non siamo più l’epicentro del mondo. Altrimenti lo avremmo dovuto fare anche quando eravamo in cima.”
Ha continuato Capello: “Poi se lei mi chiede se apprezzo il modello Bayern Monaco, attento ai conti, io le rispondo positivamente. Oppure se valuto positivamente la politica del contenimento dei costi che si sta portando avanti in Serie A, le dico di sì. Ma non mi arrabbio se il Psg allestisce un dream-team. Anche perché ci svegliamo tardi: tutto è nato anni fa, quando lo sceicco pagò la clausola di Neymar. È iniziato tutto in quel momento.“. Una chiosa sulla Roma, che lui per ultimo ha portato allo Scudetto 20 anni fa, e sulla svolta-Mourinho: “Voglio prima vederla completa, al termine del mercato. Soltanto dopo esprimerò un giudizio“.