CAPELLO CONTRO L’ESONERO DI MOURINHO

Una delle notizie più importanti dell’ultimo periodo, nel mondo del calcio, è stata chiaramente quella relativa all’esonero di José Mourinho: così hanno deciso i Friedkin dopo una prima parte di stagione francamente deludente per i giallorossi, che si erano ritrovati al nono posto in Serie A e, pur qualificati al playoff di Europa League, non stavano rispettando il copione almeno secondo la proprietà. Sull’argomento chiaramente si sono spese tante parole; tra queste, alcune anche molto autorevoli e, nelle ultime ore, è arrivato un altro commento da parte di Fabio Capello. L’ex tecnico friulano conosce molto bene l’ambiente Roma avendo allenato qui per cinque stagioni e vincendo il bellissimo scudetto del 2001, ma qui ha voluto porre l’accento sullo stile dei Friedkin.



“Non c’è rispetto” ha detto al quotidiano Marca che lo ha intervistato in merito; Capello ha fatto un parallelo con la vicenda di Paolo Maldini che, come noto, è stato licenziato a sorpresa dall’incarico che ricopriva nel Milan, insieme a Frederick Massara. “Puoi licenziare qualcuno, ma poi non vedi l’ora di andare negli spogliatoi a dire a Mourinho che non è più l’allenatore della Roma. Per favore!”. Così Capello, che ha fatto riferimento alla versione secondo la quale lo Special One avrebbe ricevuto la comunicazione del suo esonero, appunto, negli spogliatoi.



MOURINHO E MALDINI, DESTINI SIMILI

Fabio Capello ha parlato dell’esonero di Mourinho dalla Roma accostandolo appunto all’allontanamento di Paolo Maldini dal Milan: due leggende che secondo lui meritavano ben altro tipo di rispetto. “È il loro stile ma non lo capisco” ha poi aggiunto: stile ovviamente degli americani, tanto che qui l’esempio portato da Capello è stato quello della Lehman Brothers che “è andata dai suoi dipendenti, ha dato loro una scatola di cartone ed è uscita in strada”.

Quale sarebbe allora la soluzione? Secondo Don Fabio, certamente ci sta che Mourinho venga esonerato perché si tratta di un allenatore e il rischio esiste, ma bisognerebbe farlo con rispetto e dunque raccontare le cose come stanno. Come nel caso di Maldini: “Vieni, parliamo con calma e decidi tu cosa vuoi”. Una forma di educazione: anche con Maldini, la dirigenza del Milan avrebbe dovuto convocare l’ex capitano rossonero e spiegargli la situazione, e soprattutto aspettare che la stagione fosse terminata. Così non è andata: Capello certamente appartiene a un’epoca in cui presumibilmente le cose venivano dette in maniera diretta, la proprietà statunitense della Roma secondo lui non l’ha vista allo stesso modo.