E’ tempo di mercato anche nel mondo dell’hockey sul ghiaccio e solo in questi giorni è stato annunciato il passaggio di Eliezer Sherbatov all’Oswiecim: un gran colpo per il club polacco, ma che non è stato celebrato nelle cronache sportive. Eh già: dopo tutto parliamo di Sherbatov, giocatore ebreo classe 1991, capitano della nazionale israeliana di hockey sul ghiaccio e dell’Oswiecim, nome tedesco di Auschwitz, luogo tristemente famoso per il campo di concentramento che la Germania nazista aveva qui costruito nel 1940, e dove sono morte oltre un milione di deportati, in gran parte ebrei. Quella che dunque pareva una notiziola per gli appassionati di questo sport, è presto diventata in questo giorni un caso bollente per la cronaca internazionale, specie in quel di Israele, dove il passaggio di Sherbatov al club polacco non è passato inosservato. Anzi ha scatenato non poche polemiche furenti, specie tra alcuni rabbini, che non hanno esitato a accusare il giocatore come un “rinnegato, un traditore del popolo ebreo”. Anzi come ci ha riportato solo ieri La Stampa, la notizia del passaggio di Sherbatov, capitano della nazionale d’Israele al club di Auschwitz è non è stata affatto gradita da Elchanan Poupko, rabbino e presidente dell’EITAN (The American, Israeli, Jewish, Network) che ha affermato: “Per un giocatore ebreo giocate nella squadra dell’Auschwitz è un tradimento, il tradimento del popolo ebraico e una coltellata nelle spalle di milioni di persone”.
LA REPLICA DI SHERBATOV
E’ stata dunque accolta con parole pesantissime la notizie del passaggio di Sherbatov all’Oswiecim, che pure arriva in un momento molto delicato per lo stato di Israele, dopo il raggiunto accordo con gli Emirati Arabi, e nell’anno del 75° anniversario della liberazione dei prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz da parte degli alleati. Ma alla pioggia di polemiche e pesanti accuse che è sorta in questi giorni Sherbatov ha avuto pronta risposta, affidata tramite i suoi social, dove ha spiegato di comprendere il disappunto na di non sentirsi un traditore per il suo prossimo approdo al club polacco. Anzi si tratta, per come la vede lui, di una sorta di rivincita, come ci riporta ieri Repubblica: “Lo so, ci sono tanti ebrei che mi considerano così perché ho firmato per l’Auschwitz, ma io rispondo che ciò che accadde quasi ottanta anni fa non verrà mai dimenticato. Ed ecco perché io, adesso, voglio far vedere ai giovani del mio paese che devono essere fieri delle loro origini e che ora tutto è possibile, anche che un ebreo giochi per la squadra di qui”. Parole importati che pure hanno ampio seguito sui social, dove pure il Memoriale di Auschwitz Birkenau ha voluto schierarsi al suo fianco con un Tweet: “La storia di #Auschwitz mostra il pericolo degli stereotipi percepiti dagli altri… per fortuna @Sherbatov1 capisce meglio tutto ciò”.