Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal legale del Capitano Ultimo e bloccato la revoca della scorta a Sergio De Caprio, l’uomo che materialmente arrestò Totò Riina. Lo riporta Tgcom24, sottolineando come il tribunale abbia sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell’Interno, lo scorso 3 settembre 2018, aveva annullato la protezione del colonnello. E’ stato lo stesso Capitano Ultimo a commentare la decisione del Tar del Lazio di accogliere la sua istanza:”Sono grato all’avvocato Antonino Galletti e al Tar del Lazio, che evidentemente ritengono la mafia ancora un pericolo per i cittadini e la vita e la sicurezza del Capitano Ultimo preziosa e in pericolo, a differenza del prefetto Alberto Pazzanese direttore di Ucis e del generale dei carabinieri Giovanni Nistri”. (agg. di Dario D’Angelo)
CAPITANO ULTIMO: “PERMESSI PREMIO AI BOSS? DICO CHE…”
Capitano Ultimo ha commentato la notizia dei possibili permessi premio per numerosi boss che si trovano al momento in carcere, come chiesto dall’Unione Europea: “Come la commento? Niente chiediamo scusa a tutte le vittime dei parenti della mafia (standing ovation in studio, un lungo applauso nei confronti delle parole del colonnello dei carabinieri ndr), chiediamo scusa perché non siamo stati in grado di onorarle al meglio”. Anche in studio la pensano allo stesso modo: “Purtroppo questi permessi verranno concessi – discutono in studio – perché si è trattato di un ordine direttamente dall’Europa, nonostante alcuni magistrati si siano opposti. Il problema è che abbiamo avuto già tanti casi di reati durante il permesso premio, e qual è la conseguenza? Che non può avere più il permesso premio per cinque anni”. Ultimo ha poi concluso: “Io ringrazio tutte le persone che hanno mostrato solidarietà nei miei confronti, mi ripaga tutto questo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CAPITANO ULTIMO “LA MIA SCORTA? UNA DELUSIONE…”
Capitano Ultimo nuovamente ospite negli studi di Storie Italiane. Il noto colonnello dei carabinieri, colui che ha partecipato alla cattura del capo dei capi Totò Riina dopo le stragi di mafia degli anni ’90, è stato in collegamento con il programma di Rai Uno condotto da Eleonora Daniele per parlare delle motivazioni in merito alla decisione di togliergli la scorta. “Ho provato dispiacere nel leggere le motivazioni in merito alla mia scorta – spiega – perché a dire quelle cose non erano mafiosi ma funzionari dello stato, comandanti dei carabinieri, i miei fratelli che dovrebbero proteggermi e che io devo proteggere. Pensavo fosse qualcosa di sacro e solidale ma mi sbagliavo, ho visto una superficialità, ho visto la cultura di lotta anti-mafia buttata al vento. Ho visto anche i morti di mafia, ed ho pensato che per alcune persone è stato tutto un gioco”.
LA PETIZIONE ONLINE IN FAVORE DI CAPITANO ULTIMO, NUMERI DA RECORD
Un’ospitata che giunge a pochi giorni dalla testimonianza dello stesso militare dell’arma sempre al programma Rai, dopo che gli era arrivata la comunicazione ufficiale circa volontà dello stato di togliergli la scorta in quanto ritenuta persona non più a rischio. “La pericolosità di un’organizzazione – aveva spiegato in quell’occasione – non si può misurare con il decorrere del tempo, che non è l’arresto di Riina. La mafia è un progetto unico che è stato portato avanti da diverse componenti di Cosa Nostra, non si può raccontare che è stato un “gioco”, e che non c’è pericolo”. Una notizia che fatto il giro del web e che ha fatto molto scalpore, e di cui se ne è occupata anche la trasmissione Le Iene, che ha deciso di indire una petizione online affinché venga appunto ripristinata la scorta a Sergio De Caprio, il vero nome del colonnello dei carabinieri. La petizione è stata rilanciata dallo stesso Ultimo, attraverso un tweet sulla propria pagina social, in cui si legge: “#capitanoUltimo Senza #Scorta come vuole #prefetto #Pazzanese e #generale #carabinieri #Nistri Non è solo una scorta è il simbolo di una lotta anti #mafia costata #sangue , che appartiene al #popolo e non si può tradire. La petizione è il nostro grido”. Al momento in cui vi scriviamo la raccolta firme ha raggiunto quasi quota 87mila e continua a salire.