Sensazionale scoperta documentata dai colleghi del quotidiano “The Jerusalem Post”, che danno notizia del ritrovamento di una cappella dedicata a Salomè, donna che assistette alla nascita di Gesù, all’interno di una tomba di famiglia risalente a 2mila anni fa e portata alla luce durante uno scavo archeologico nella Grotta di Salomè, nella foresta di Lachish (Israele). Sono state rinvenute prove di una venerazione secolare del sito, così ribattezzato a causa della tradizione popolare che lo identificava come il luogo di sepoltura di Salomè.
La grotta includeva numerose camere con loculi scavati nella roccia e ossari che attestano l’usanza di sepoltura ebraica. La vera sorpresa è stata l’adattamento della grotta a cappella cristiana: a giudicare dalle croci e dalle decine di iscrizioni incise sulle pareti in epoca bizantina e proto-islamica, la cappella era dedicata alla sacra Salomè. Due esperti intervistati dal quotidiano hanno detto: “Secondo la tradizione cristiana, Salomè era la levatrice di Betlemme chiamata ad aiutare a far nascere Gesù. Non poteva credere che le fosse stato chiesto di aiutare la nascita di un bambino da madre vergine e la sua mano si seccò e fu guarita solo quando tenne la culla del bambino”.
CAPPELLA DI SALOMÈ TROVATA IN UNA GROTTA IN ISRAELE: SARÀ APERTA AL PUBBLICO
La tomba rinvenuta in Israele apparteneva a una ricca famiglia ebraica e attesta che i suoi proprietari erano soggetti di alto rango. Gli studiosi hanno asserito: “Il culto di Salomè, santificato nel Cristianesimo, appartiene a un fenomeno più ampio, in cui i cristiani, nel V secolo dopo Cristo, incontravano e santificavano siti ebraici. Il nome di Salomè potrebbe essere apparso nell’antichità su uno degli ossari (non più esistenti) della tomba e, di conseguenza, si è sviluppata la tradizione che identifica il sito con Salomè la levatrice”.
Dopo la scoperta della cappella di Salomè, Saar Ganor, direttore dell’IAA per il progetto del “Sentiero dei Re di Giudea”, ha chiarito che “una volta completati i lavori di restauro e sviluppo, il piazzale e la grotta saranno aperti al pubblico”, mentre il direttore dell’IAA Eli Escusido ha spiegato a “The Jerusalem Post” che “nei prossimi anni intendiamo continuare a sviluppare nuovi percorsi e iniziative per rafforzare il legame tra il pubblico e il patrimonio e il paesaggio culturale”.