Nel corso degli anni, Paolo Cevoli, oltre a essere impegnato sul palco o in televisione, ha avuto modo di conoscere molte realtà non-profit e anche da questi incontri è nata l’idea di realizzare Capriole, una web serie dal duplice scopo: dare voce a persone con uno o più fallimenti alle spalle, ma che sono riuscite a fare una capriola e a rinascere; sostenere le persone e le organizzazioni che si prendono cura di quanti vivono situazioni di bisogno. Consapevoli, come ci dice lo stesso attore romagnolo, che l’esperienza del fallimento, in fondo, riguarda ciascuno di noi.
L’idea di Capriole è nata qualche anno fa dopo che ha conosciuto alcune realtà non profit: che cosa ha visto e toccato con mano da darle lo spunto per realizzare questa web serie?
Ho visto in questi anni tante realtà, alcune che conoscevo già, nelle quali ho incontrato ragazzi e persone felici, che avevano fatto un percorso, attraverso il quale avevano scoperto che “l’uomo non è il suo errore”. Loro erano felici, nonostante i loro passati difficili (a volte per una condizione avversa, a volte per un errore commesso o perpetrato). Mi è subito venuto in mente Dante Alighieri, che quando arriva in fondo all’Inferno si arrampica sul pelo di Lucifero e alla fine fa una capriola, in dialetto romagnolo noi lo chiamiamo scapuzzo. Da qui poi comincia la risalita attraverso il purgatorio fino ad arrivare al Paradiso. Ecco, mi è venuto il desiderio di raccontare queste storie. Di fallimenti e di rinascite, storie di capriole.
Ciascun episodio racconta le storie di persone che sono state aiutate a ripartire perché finite in carcere o nel giro della droga, perché in situazioni di disagio o povertà. Che cosa le hanno lasciato questi incontri?
Speranza. Non pensavo che attraverso tanto dolore si potesse poi scoprire tanta bellezza. Queste persone sono magnifiche, ma ancora tante storie chiedono di essere raccontate, e soprattutto le organizzazioni non-profit che si occupano di loro, hanno bisogno di continuare a esistere, e noi abbiamo il compito di aiutarle.
Le organizzazioni che hanno aiutato i protagonisti di Capriole a ripartire sono cinque e per ciascuna è stato realizzato un episodio della web serie: come sono state individuate?
Alcune sono organizzazioni che ho incontrato in questi anni durante viaggi e serate di lavoro, altre le conoscevo e frequentavo da tempo, essendo amico degli organizzatori.
I progetti di inclusione sociale realizzati da queste organizzazioni sono tanti. Quello di Associazione Next è l’unico che si rivolge alle imprese alla ricerca di personale qualificato, favorendo l’incontro con persone riqualificate e formate. Quanto è importante ripartire da un fallimento attraverso il lavoro?
Fondamentale. Il lavoro è il mezzo più grande per conoscere se stessi, e io ci ho scritto anche un libro, il “Manuale di Marketing Romagnolo” che spiega come noi in Romagna viviamo il lavoro e il senso del servizio. Per questo stiamo cercando di raccogliere fondi per queste realtà, perché spesso è grazie a luoghi come questi che tanti giovani trovano lavoro e realizzano loro stessi.
In Capriole si parla di fallimenti e di rinascite, di chi ha toccato il fondo ma è riuscito a risalire grazie all’aiuto ricevuto. Perché queste non sono solo storie di singoli ma sono storie di ognuno di noi?
Conoscendoli e ascoltandoli, ho capito subito che le loro storie parlavano di me, perché chi di noi non ha fatto un errore, non si è sentito fallire almeno una volta nella vita? E non solo, ogni giorno, quante volte ci serve ricordarci che noi i nostri errori non sono l’ultima parola? Queste persone raccontando di loro, raccontano di me. Infatti, per me la prima capriola è stata non essere indifferente. Perché solo se ci immedesimiamo in queste storie possiamo riconoscerci, e vedere che anche noi abbiamo bisogno di fare lo stesso percorso: ripartire ogni volta. Soprattutto in tempi come questi, dove il Covid ha messo in ginocchio tanti ragazzi giovani. Io mi immagino i loro fallimenti, che noi reputiamo come “piccoli” ma che per loro sono enormi: una bocciatura, l’esame del patentino andato male, la morosa che ti lascia e via dicendo. Ecco, è per loro, e per ognuno di noi la serie Capriole, perché ci insegna che si può sempre ripartire, sempre. Per questo abbiamo creato un fondo tramite la Fondazione Italia Per il Dono, perché tutti possano, se lo desiderano, contribuire, facendo una donazione che verrà devoluta alle associazioni di cui stiamo raccontando le storie.
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