Ilaria Capua, ospite nel corso della puntata di Di martedì andata in onda il 23 novembre su la 7, ha parlato dei dati relativi agli effetti del vaccino nel mondo: “Un no vax su 200 rischia di morire a causa del Covid-19”. Lo ha affermato in merito al paradosso secondo cui negli ospedali sono talvolta ricoverati lo stesso numero di vaccinati e non vaccinati. “Quando si afferma questa cosa bisogna guardare il denominatore, cioè il numero totale delle persone vaccinate e non vaccinate. La percentuale di vaccinati che vanno in ospedale è il 10%, mentre la percentuale di non vaccinati è il 50%”, ha spiegato.



Da qui l’appello ad aderire alla campagna di vaccinazione, soprattutto nei confronti di coloro che hanno più di 40 anni. “Non mi sarei mai immaginata che molti miei coetanei non si sarebbero vaccinati. Abbiamo vissuto in passato un’altra pandemia, quella dell’Hiv, per cui oggi non c’è un vaccino. Dovremmo per cui essere i primi a comprendere che è necessario cambiare determinati comportamenti di fronte ad una minaccia sanitaria”, ha sottolineato. E sui più piccoli: “È vero che si ammalano di meno, ma non è vero che non si ammalano. Bisogna intervenire anche nei bambini perché contribuiscono a diffondere il contagio, perché possono sviluppare la malattia e soprattutto perché hanno più vita davanti e dunque maggiori possibilità di sviluppare il cosiddetto long Covid”.



Capua: “Un no vax su 200 rischia morte per Covid”. Il parere sull’obbligo vaccinale

Ilaria Capua, dopo avere sottolineato i rischi che i no vax corrono a fronte della pandemia di Covid-19, ha parlato delle situazioni in cui versano i diversi Paesi, tra cui l’Italia. In molti casi si è sottolineato l’alto tasso di vaccinazione, forse in modo esagerato. “C’è un ottimismo quasi ingiustificato. Non stiamo andando benissimo. Il Portogallo e la Spagna ci hanno superato del 10%. Dobbiamo arrivare al massimo della protezione a cui si può arrivare”, ha detto la virologa.



Non è da escludere, in tal senso, che si possa incorrere in nuove misure di restrizione, soprattutto nei luoghi dove il tasso di vaccinazione è più basso. “Stiamo giocando con il fuoco, adesso che arriva la stagione fredda. Se nei Paesi che hanno molto turismo nella fase invernale non si accelera con la vaccinazione, si continueranno ad avere focolai. Ad essere interessati sono il Nord Italia ma anche Austria e Germania. Si rischia di ricominciare da capo con le chiusure. È un insulto alla scienza e a quanto fatto negli ultimi mesi per venire a capo di questa catastrofe”. Da qui l’ipotesi dell’obbligo vaccinale: “In Italia potrebbe creare ulteriori polarizzazioni nel dibattito. Allo stesso tempo, però, ritengo che se a causa dei Covid party e delle persone che se ne fregano della gravità della situazione dovessimo nuovamente arrivare ad un affaticamento della sanità pubblica, allora sarebbe necessario istituirlo”.