Cara Delevingne, attrice e top model di fama assoluta, si è raccontata in un’intervista concessa a “D”, magazine de “La Repubblica”, partendo dal suo rapporto “tranquillo” con la morte: “Ci pensavo molto da bambina e non mi ha mai fatto paura. La vedevo come una forma di spiritualità e mi faceva riflettere su come le persone influenzino la tua vita, il segno che lasciano. Recentemente è morta mia nonna e mi sento legata a lei più che mai. Dicono che ci siano cinque fasi del lutto, ma secondo me sono molte di più. L’ultima è il modo in cui il defunto ti influenza nel presente, vive dentro di te”.
Tanto che, da giovanissima, per sua stessa ammissione Cara Delevingne faceva cose strane: quali? “Collezionavo insetti morti e li mettevo in una specie di slime verde, perché non volevo che i loro corpi rimanessero lì. Poi li incollavo sulle statue a casa, pensando che così sarebbero stati ricordati. Mio padre trovava mosche e slime sulle sculture e chiedeva: ‘Ma che sta succedendo?’, e io rispondevo con grande orgoglio: ‘Guarda, ora saranno ricordati!'”.
CARA DELEVINGNE: “NON VOGLIO TORNARE AI RITMI DI LAVORO DI PRIMA”
Sempre a “D”, Cara Delevingne ha confessato che da piccola sognava di lasciare il mondo migliore di come lo aveva trovato. Inoltre, quando era un’adolescente, “non pensavo che sarei stata ancora viva a questa età. Perciò il fatto che sia qui e nella posizione in cui sono, mi fa sentire come se ne dovessi approfittare. Ci sono tante cose che voglio cambiare”. Ad esempio? “Dobbiamo cambiare la moda, le politiche della moda, e lavorare sui diritti delle donne. È pazzesco stare in un mondo che ci mette così tanto per capire questa cosa. La cosa più triste è che le nuove generazioni sono molto smaliziate. Possiamo imparare tantissimo dai ragazzi, ma dobbiamo lasciare che siano ragazzi. È come se non fossero più liberi di essere impacciati, di fare errori, di essere imperfetti”.
Dopo il lockdown e la pandemia di Coronavirus, l’attrice Cara Delevingne sa di non voler tornare a lavorare “tanto quanto lavoravo prima. Non ce la faccio più a prendere così tanti aerei, ed è bello stare in un solo posto. Sto facendo di più le cose che voglio fare davvero. Mi sento più felice, mi sento più realizzata. Ho un’idea migliore di chi sono dal di dentro. Prima, se la gente non mi voleva mi sembrava di non contare nulla, ed è una cosa assurda e triste. Ma ora mi sento alla grande”.