«Non avevo capito che era un carabiniere, ho avuto paura, credevo fosse uno dei pusher», queste sono le prime parole riferite da Finnegan Elder Lee negli interrogatori che i pm di Roma stanno mettendo a punto ai danni dei sospettati e rei confessi dell’uccisione del carabiniere campano (di cui sono si sono appena conclusi i funerali solenni a Somma Vesuviana, ndr). «Ho trovato il mio assistito sia psicologicamente che fisicamente più rinfrancato rispetto a sabato durante l’udienza davanti a gip per la convalida del fermo», ha spiegato invece all’Adnkronos l’avvocato di Lee, Francesco Codini dopo l’incontro a Regina Coeli con il suo assistito. I dubbi sulla dinamica esatta dell’interno caso sono notevoli e le testimonianze che giungono dagli Usa non fanno che confermare come i due studenti americani abbiano un passato tutt’altro che roseo: «Aveva un carattere da delinquente» spiega il compagno di liceo di Hjort ai colleghi delle tv di San Francisco; «tutti sanno che spaccia. Ha avuto tanti di quei guai da queste parti! Ma pensa di cavarsela sempre», spiegano ancora i compagni di Natale Hjorth. Su Lee invece «Macché bravo ragazzo, un piantagrane. Sempre ubriaco. Non siamo sorpresi di quel che è successo» riporta un altro ex compagno del liceo alle agenzie Usa. (agg. di Niccolò Magnani)
TUTTI I DUBBI SULLA DINAMICA: “USATO COLTELLO DA MARINE”
Chiesa di Santa Croce gremita a Somma Vesuviana per i funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma da due giovani studenti americani. Ma la dinamica dei fatti non è ancora chiara e proseguono le indagini per ricostruire con esattezza quanto accaduto quattro giorni fa nella Capitale. L’agente è stato ucciso con un’azione da marine: questo quanto trapela dopo l’esame autoptico, 11 coltellate sferrate da dietro che non hanno lasciato scampo al militare. Un’azione difficilmente riconducibile a uno studente 19enne con un fisico nella norma. Ma, come sottolinea il Corriere della Sera, c’è anche altro che non torna: come è nato lo scontro tra gli studenti e il carabiniere? Come è possibile che Cerciello Rega non sia riuscito a difendersi? E, soprattutto, perché i due studenti avevano un coltello a baionetta, «impossibile da non vedere per il Natale»? Nelle riprese delle videocamere di sorveglianza della zona c’è un buco che lascia aperti numerosi interrogativi sull’omicidio del campano. Senza dimenticare le bugie di Brugiatelli, il pusher 47enne che ha ammesso di aver messo in giro la voce degli aggressori maghrebini… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CARABINIERE UCCISO A ROMA: “LEE E HJORTH VIOLENTI E DROGATI”
Si terranno oggi i funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma venerdì dall’americano Elder Finnegan Lee. Come vi abbiamo raccontato, l’agente è stato raggiunto da 11 colpi di baionetta – arma portata dagli Usa – e proseguono le indagini delle forze dell’ordine per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Grande folla ieri alla camera ardente, con il premier Giuseppe Conte che ha ricordato così il servitore dello Stato: «Un uomo generoso, un marito premuroso, un carabiniere onesto. La vita spezzata di Mario è una profonda ferita per tutti noi». Un omicidio che ha sconvolto l’opinione pubblica italiana ma anche quella statunitense, con i principali quotidiani che hanno acceso i riflettori sui due giovani responsabili dell’efferato delitto. E, come riporta Repubblica, in molti non sono sorpresi: «Violenti, drogati e ubriachi», il commento più comune per descrivere Lee e l’amico Gabriel Christian Natale Hjorth. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CARABINIERE UCCISO A ROMA, INDAGATO PUSHER
Secondo quanto riportato dalla Procura di Roma, è stato individuato dai carabinieri il pusher che materialmente ha venduto al posto della droga dell’aspirina ai due ragazzi americani: sarebbe un italiano come connazionale è quel 47enne che li ha accompagnati personalmente dal pusher. Saranno comunque indagati entrambi per reati di droga: intanto sono giunti i risultati di un primo esame autoptico che ha spiegato come sarebbero state 11 le coltellate e non 8 quelle inferte dallo studente americano contro il carabiniere ucciso; Cerciello Rega è deceduto a causa della forte emorragia. Sul forte scontro politico e giudiziario creato dalla foto di Christian Gabriel Natale Hjort bendato e ammanettato in caserma, il Procuratore di Roma conferma che è in corso un’indagine interna per verificare cosa sia successo, poi aggiunge «interrogatori svoltisi senza costrizioni». A Roma nel frattempo è corso la camera ardente per il brigadiere Mario Cerciello Rega nella caserma dei carabinieri di piazza Farnese dove da anni Rega prestava servizio. In questi minuti è in corso la visita di cordoglio del sindaco Virginia Raggi e del Premier Giuseppe Conte: domani alle ore 11.30 i funerali saranno in diretta a partire dalle 11.55 su Rai1. (agg. di Niccolò Magnani)
CONFESSA L’UOMO DEL BORSELLO “IO HO DETTO CHE KILLER ERANO MAGHREBINI”
Confessa “l’uomo del borsello” di 47 anni che interrogato dagli inquirenti ha rivelato le ultime novità sulla complessa indagine del carabiniere trucidato e accoltellato a Roma: «Gli avevo tirato il “pacco” con la cocaina e quelli per reazione m’avevano portato via di forza lo zaino, perciò avevo paura di loro, così quando ho chiamato il 112 per dare l’allarme l’ho detto io che erano stati due maghrebini e non due americani a derubarmi. Volevo un po’ depistare…» riporta oggi il Corriere della Sera in merito alle prime confessioni di Sergio Brugiatelli, 47enne con piccoli precedenti per reati contro il patrimonio. Pare che l’uomo conosca molto bene gli ambienti dello spaccio del quartiere fra Prati e Trastevere e nelle immagini raccolte dai Carabinieri in merito al dramma di venerdì notte si evince la sua presenza: al posto della cocaina, il pusher cede ai due giovani americani della semplice aspirina. Quando se ne rendono conto, Hjorth e Lee, l’uomo è già sparito e loro decidono di punirlo: ma Cerciello Rega si frappone in questa già triste storia che così diventa sommessamente tragedia. (agg. di Niccolò Magnani)
LE ULTIME INDAGINI SULLA MORTE DI MARIO CERCIELLO REGA
La drammatica vicenda del carabiniere ucciso a Roma due notti fa, sta catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica. Gli aggiornamenti corrono veloci e gli ultimi svelano i nomi dei due ragazzi di soli 19 e 18 anni, accusati di aver ucciso il 35enne vicebrigadiere Mario Rega Cerciello: si tratta precisamente di Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan. Dei due, sarebbe stato quest’ultimo ad aver ucciso fisicamente il militare dell’arma, colpendolo per 8 volte con la lama di un coltello trovato nascosto nell’hotel in cui alloggiava assieme all’amico. Nei loro confronti le accuse sono quelle gravissime di omicidio volontario (del carabiniere) e di tentata estorsione (nei confronti del pusher da cui volevano acquistare droga). Finnegan, come scrive Repubblica, si è avvalso della facoltà di non rispondere, “Per rispetto del militare è meglio non parlare”, le parole dell’avvocato Francesco Codini.
CARABINIERE UCCISO A ROMA, CONDOGLIANZE DELLA FAMIGLIA DI ELDER
Il gip di Roma ha convalidato il fermo dei due nelle scorse ore, “Siamo scioccati – la breve nota della famiglia del ragazzo – Esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia del brigadiere Cerciello Rega. Non abbiamo informazioni indipendenti sull’accaduto – hanno aggiunto i famigliari di Elder – non siamo stati in grado di avere comunicazioni con nostro figlio. Chiediamo il rispetto della nostra privacy durante questo momento difficile. I nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”. Elder, che si è scoperto faceva uso di psicofarmaci (nella stanza d’albergo sono state trovate delle boccette di Xanax), è nato a San Francisco nel 2000 e si era laureato l’anno scorso alla Tamalpais High School, assieme all’amico Natale Hjorth. Per un certo periodo ha frequentato anche la scuola Sacred Heart Cathedral Preparatory di San Francisco, un istituto cattolico il cui costo si aggira sui 21 mila dollari (circa 20mila euro) all’anno. Sono attesi ulteriori aggiornamenti su questa triste vicenda nelle prossime ore.