La Procura di Roma vuole fare chiarezza anche sulla catena dei soccorsi a Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio. È Il Tempo a rivelarlo, spiegando che l’obiettivo dei magistrati è accertare eventuali responsabilità del 118. «Potrebbero attenuare, in estrema ratio, quelle contestate ai due giovani turisti americani finiti in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato», scrive il quotidiano romano. Dall’autopsia è emerso che Cerciello Rega è morto per l’emorragia causata dalle 11 coltellate rifilategli dal 19enne americano Finnegan Lee Elder. Ma secondo il racconto dell’altro carabiniere che è intervenuto, Andrea Varriale, l’ambulanza sarebbe giunta sul posto dopo 15 minuti, mentre dopo altri 6-7 minuti è sopraggiunta l’automedica. Solo in quel momento il militare ferito sarebbe stato trasportato al vicino ospedale Santo Spirito, distante meno di un chilometro, dove è morto poco dopo. La dinamica degli eventi sarà utile per capire se l’emorragia poteva essere fermata con un intervento più veloce.
CARABINIERE UCCISO, PADRE ELDER CHIEDE VIDEO AGGRESSIONE
Intanto ieri sono stati sentiti alcuni carabinieri come persone informate sui fatti. Tra loro ci sono i quattro militari fuori servizio che per primi hanno raccolto la denuncia del presunto intermediario Sergio Brugiatelli. Tra questi c’è anche il maresciallo Pasquale Sansone, che ha telefonato direttamente ad Andrea Varriale per chiedergli di andare a Trastevere. E tra le persone ascoltate c’è appunto Varriale. Intanto il padre di Finnegan Lee Elder ha chiesto di poter vedere il video dell’aggressione. «Siamo concentrati a lavorare con gli avvocati di Finn per stabilire tutti i fatti. Speriamo che l’accusa produca le riprese video dell’incidente per mostrare cosa è realmente accaduto», ha dichiarato Ethan Elder. L’uomo, che ieri ha visitato per la seconda volta il figlio in carcere a Regina Coeli, ha aggiunto: «È stato bello vedere Finnegan, che sta lottando ma regge. La famiglia ha il cuore spezzato per la morte» del carabiniere Cerciello. Uno dei legali, l’avvocato Roberto Capra, invece ha riferito che sta valutando il ricorso al Tribunale della Libertà. Lo hanno depositato due giorni fa invece i difensori di Gabriel Christian Natale Hjorth, l’altro arrestato con l’accusa di concorso in omicidio.