Si è aperto ieri il processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega e che vede imputati i due giovani militari, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort, attualmente in carcere a Regina Coeli. Nella prima udienza sono state ammesse come parti civili i ministeri dell’Interno e della Difesa. La Corte d’Assise di Roma davanti alla quale si svolge il processo ha dato l’ok anche alla costituzione come parti lese alla vedova del carabiniere ucciso, Maria Rosaria Esilio, così come alla madre e al fratello del militare nonché al collega Andrea Varriale che era con lui al momento dell’aggressione mortale, lo scorso 26 luglio quando Mario fu ucciso con 11 coltellate a Roma. Ammesse infine le richieste dell’Associazione vittime del dovere e Sergio Brugiatelli, in quanto vittima della tentata estorsione messa in atto dai due imputati americani. In un’aula gremita di gente, c’era anche la vedova Rosa Maria Esilio che alla vigilia dell’inizio del processo aveva scritto una toccante lettera in ricordo del marito drammaticamente scomparso.



CARABINIERE UCCISO A ROMA: LA LETTERA DELLA VEDOVA CERCIELLO

L’inizio del processo per l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega, come ricordato dalla vedova Rosa Maria Esilio è andato a coincidere con “il settimo mese del barbaro assassinio”. Mario lo descrive come un uomo “credente, valoroso Carabiniere, che aveva dedicato la propria vita cristiana al servizio del prossimo e in particolare degli ultimi”. I due erano sposati da poco più di un mese e proprio la loro storia, interrotta nel modo più brusco, aveva commosso e caricato di rabbia: “La nostra storia di giovani sposi, stroncata da mani criminali, ha commosso il mondo, ha scosso le coscienze e turbato la serenità delle tante persone umili, semplici, che sperano nella provvidenza come sperava l’amatissimo Mario, persone che debbono competere ogni giorno con una minoranza che tende ad avvelenare la società con efferati delitti”, ha scritto la vedova. Con la morte di Mario, ha proseguito, “è finita anche la mia famiglia, perché nella tomba sono finiti anche i nostri figli mai nati e tutti i nostri sogni”. Rosa Maria non saprà mai quanto sarebbe stato straordinario vivere al fianco di un uomo valoroso come il suo Mario. Per questo la sua esistenza si è ridotta al mero vivere di ricordi e di immaginazione.

Leggi anche

LETTERA/ "Chissà se Ventura, ex terrorista ora libero, si ricorda della mia 126”VIOLENZA CONTRO LE DONNE/ L'alternativa alla "liturgia" di panchine e scarpe rosse