La Procura di Roma, l’Arma dei Carabiniere e anche la procura militare vogliono vederci chiaro dietro al mistero della morte di Mario Cerciello Rega: che qualcosa non sia andato come dovuto è chiaro ed evidente a tutti, altrimenti non staremmo qui a piangere un carabiniere morto in servizio per 11 coltellate inferte da uno studente americano assieme al suo amico. Ma la ricostruzione fatta due giorni fa dagli inquirenti e dal Generale Gargaro offre ancora qualche lacuna o area d’ombra che non permettono di definire per nulla chiusa l’intera vicenda: l’arma dimenticata da Cerciello; le ore che passano tra l’appuntamento dato ad Elder Lee e Natale Hjorth, i due americani arrestati, e l’effettivo momento dello scambio (dopo il “cavallo di ritorno” per il borsello rubato a Brugiatelli, terzo protagonista “oscuro” della vicenda) dove poi il carabiniere è stato ucciso; le ricerche su due “magrebini” nelle prime ore del caos post-assassinio che hanno portato al depistaggio delle indagini, con il Generale che ha riferito in conferenza stampa come siano stato Brugiatelli (l’uomo del borsello rubato) prima e il carabiniere Varriale a riferire di aver visto due nordafricani, salvo poi il primo smentire del tutto questa versione tramite il suo avvocato «non ho mai detto che erano due nordafricani i responsabili di tutto». Insomma, i punti oscuri sono tanti e per nulla risolti e le indagini di queste ultime ore sembrano aggiungere ancora più “mistero” in una tragedia umana e di Stato con contorni purtroppo non chiari per gli stessi Carabinieri,
CARABINIERE UCCISO, TUTTI I DUBBI DEL PAPÀ DI ELDER LEE
I pm romani hanno deciso di acquisire i turni e le relazioni di servizio della stazione Farnese, dove era di stanza il vice brigadiere ucciso il 26 luglio: ci sono dubbi sulla regolarità degli atti in possesso il che sottolineerebbe un grave coinvolgimento dell’Arma nel cercare di “nascondere” qualche elemento utile alle indagini. Al momento si tratta solo di un’ipotesi ma i procuratori vogliono vederci chiaro: la Procura militare, dal suo fronte, indaga sul perché Cerciello fosse disarmato. Serve poi capire chi siano e perché fossero lì i carabinieri in borghese giunti dopo l’aggressione a Cerciello Rega e Varriale, e perché fuggì da quella maledetta Piazza Mastai in Roma Prati oltre ai due americani anche Brugiatelli, il presunto intermediario tra clienti e spacciatori. «Parlò di persone con accento straniero, mai di magrebini», ha specificato ieri l’avvocato di Brugiatelli, aggiungendo ancora più mistero ad una indagine tutt’altro che “lineare”. Infine, vi sono i dubbi avanzati dalle famiglie americane dei due studenti arrestati che dopo quella foto di Hjorth bendato in Caserma sono sul piede di guerra perché non sicuri del trattamento che hanno ricevuto/riceveranno i due ragazzi. Ethan Elder, padre di Finnegan Elder Lee, ha fatto sapere di voler rivedere suo figlio e di avere «molti dubbi sull’omicidio», scambiando alcune parole con i funzionari di Polizia allo scalo di Roma Fiumicino. «La vicenda presenta ancora aspetti poco chiari soprattutto in riferimento alla dinamica della colluttazione. Non mi risulta che la colluttazione sia avvenuta nei termini rappresentati dalle fonti investigative», ha fatto sapere il nuovo legale di Elder Lee, Renato Borzone. L’altro ragazzo, quello bendato nella foto choc, ha invece nominato come avvocato Francesco Petrelli all’interno del maxi caso del pestaggio di Stefano Cucchi; la faccenda si complica e il rischio di sommare più elementi, più indagini e forse anche diversi “errori” sembra sempre più concreto.