Sono stati tutti condannati i carabinieri della tristemente nota caserma Levante di Piacenza, con pene che vanno da un minimo di 3 anni e 4 mesi, fino ad un massimo di 12. La sentenza è giunta ieri, al termine del processo con rito abbreviato (che permette quindi una riduzione di un terzo della pena), nei confronti di cinque imputati. Le accuse nei loro confronti erano gravissime, a cominciare da torture, passando per il traffico di droga, e arrivando fino alle violenze, estorsioni e rapine, azioni che, come scrive il Corriere della Sera nella sua edizione online, “hanno infangato la divisa gloriosa dell’Arma”.



Il giudice per l’udienza preliminare, Fiammetta Modica, ha di fatto accolto le richieste dei sostituti procuratori Matteo Centini e Antonio Colonna, che hanno svolto le indagini coordinati dal procuratore Grazia Pradella, anche se diminuendole. A subire la pena maggiore, quella di ben 12 anni di carcere, è stato l’appuntato Giuseppe Montella, di fatto il carabiniere più noto di tutta la vicenda e nel contempo anche il personaggio che secondo l’accusa ha avuto il ruolo più importante all’interno dei numerosi episodi di violenza e reati avvenuti all’interno della caserma Levante di Piacenza. Nei suoi confronti la procura locale aveva chiesto una condanna di 16 anni e 10 mesi, poi divenuti appunto 12 al termine del processo.



CARABINIERI PIACENZA, TUTTI CONDANNATI E LE INDAGINI SONO ANCORA IN CORSO

E’ stato invece condannato a 8 anni l’appuntato scelto Salvatore Cappellano (nei suoi confronti invece la richiesta era di 14 anni, 5 mesi e 10 giorni), per il collega Giacomo Falenga gli anni sono stati sei (la richiesta di pena era pari a 13 anni), quindi 4 anni per Marco Orlando (richiesta 5 anni), che all’epoca dei fatti era il comandante della stazione di via Caccialupo, e infine, 3 anni e 4 mesi, la pena più bassa (ma la richiesta era di 7 anni e 8 mesi), per Daniele Spagnolo.

C’è poi un sesto carabinieri che ha scelto di proseguire il processo con il rito immediato, ricorda ancora il quotidiano di via Solferino, mentre un’altra decina di persone, fra spacciatori e complici dei militari dell’arma piacentini, hanno patteggiato. Le indagini restano ancora aperte (ricordiamo che la caserma Levante è stata la prima sequestrata nella storia dell’Italia), e non sono da escludere eventuali nuovi risvolti.