Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, non ha dubbi: la guerra in Ucraina sta prendendo una piega preoccupante per Kiev. Secondo l’esperto, “La caduta di Bakhmut è un evento militarmente minore ma scioccante per la resistenza e per il fronte interno ucraino. Migliaia di combattenti hanno dato la vita per impedire che su quel cumulo di macerie sventolasse la lugubre bandiera nera della Wagner. Erano mesi che il capo delle Forze armate ucraine, generale Zaluzhny, cercava inutilmente di convincere il suo presidente dell’urgenza di ripiegare in buon ordine da Bakhmut. Obiettivo: risparmiare i soldati in vista della controffensiva di primavera”, spiega su La Stampa.
Secondo Caracciolo, Zelensky ha preferito evitare un’operazione tatticamente necessaria “per non macchiare la fama dei suoi combattenti. E il suo personale prestigio. Risultato: oggi i russi possono vantarsi di aver sconfitto un esercito armato “dall’Occidente collettivo” […] mentre domani gli ucraini, quando dovranno finalmente assemblare le truppe per la fin troppo annunciata controffensiva, mancheranno di uomini, mezzi e soprattutto munizioni […] Kiev ha accettato la logica della guerra di attrito che conviene a Mosca, dotata di risorse superiori e soprattutto rinnovabili, a differenza delle Forze armate ucraine che dipendono totalmente da armi e munizioni occidentali”.
Caracciolo: “Ucraini carenti di uomini e munizioni ma…”
Le riserve stanno per terminare. Lucio Caracciolo, su La Stampa, spiega che “Americani ed europei disposti ad armare gli ucraini stanno consumando gli stock e non possono ricostituirli in velocità”. Da parte degli USA, poi, c’è qualche resistenza in più in quanto “Il Pentagono teme di svuotare i suoi stock proprio mentre intende concentrarsi sulla possibile guerra contro la Cina”. Nonostante ciò, “è vero che gli ucraini sono carenti di uomini e munizioni è altrettanto certo che i russi non dispongono oggi di forze sufficienti a sfondare le linee ucraine”.
Gli ucraini “Stanno rafforzando le barriere nell’area di Zaporizhzhia e sigillano la linea di contatto con il nemico lungo gran parte del Donbas – le paludi occidentali li garantiscono nella regione di Kherson, fondamentale per proteggere la Crimea. Il tempo sembra giocare per l’invasore, oggi adattato a una postura difensiva. Ciò lascia supporre che Mosca intenda scambiarli in un futuro negoziato con qualche contropartita non territoriale. Ma questa è la guerra delle sorprese”. Non è dunque escluso che l’Ucraina tenti qualche colpo a sorpresa. Potrebbe infatti colpire la Russia in profondità con missili di potenza.