La guerra in Ucraina sta indebolendo o favorendo le destre in Europa? «Le favorirà se durerà, come temo, anche tra due-tre mesi, quando avremo l’impatto forte della guerra, della crisi e delle sanzioni». Questo il parere di Lucio Caracciolo, direttore di Limes e della Scuola di Limes, nel corso del suo intervento a Otto e mezzo. «Tutte le forze più o meno antisistema o comunque più estreme ne saranno avvantaggiate». Per quanto riguarda Marine Le Pen e la sua corsa per l’Eliseo, Caracciolo ha spiegato che si è «abbastanza rinfrescata l’immagine», ma non prenderebbe sul serio il suo programma elettorale. «Quelli servono per essere eletti, non servono per governare».



Alla prova del voto comunque il presidente uscente Emmanuel Macron dovrebbe spuntarla. «Macron ce la dovrebbe fare, credo avrebbe avuto più problemi contro Melenchon, leader della sinistra più radicale. Sarà più interessante vedere come si formerà il governo in Francia, la frammentazione politica è colossale. Ed è un paese in forte sofferenza sociale».



LUCIO CARACCIOLO (LIMES) SU NEGOZIATI DI PACE

Tornando alla guerra in Ucraina, Lucio Caracciolo si è soffermato sul tema dei negoziati di pace, visto che il presidente russo Vladimir Putin martedì riceverà il segretario generale dell’Onu. «Io vorrei essere ottimista, cioè interpretare questi segnali, come la possibilità di una mediazione dell’Onu che poi semplicemente vuol dire avere una garanzia dei corridoi umanitari, come il segno che forse riusciamo dopo l’inevitabile presa di Mariupol ad arrivare a negoziare qualcosa. Putin vorrebbe arrivare ad Odessa e da lì risalire verso Kiev, ma non ne ha le forze, può invecere ridurre a mal partito l’esercito ucraino che sta chiudendo in una sacca nel Donbass».



D’altra parte, sarebbe ora di parlare di più di negoziato per Lucio Caracciolo: «Sappiamo cosa vogliono i russi, ce lo dicono ogni giorno. Ma cosa vuole l’Uraina? Io ancora non l’ho capito. Vogliono indietro quello che i russi hanno preso? Dovrebbero allora chiedere alla Nato di intervenire, perché da soli non ce la possono fare, ma la Nato non vuole intervenire. Allora qual è l’obiettivo di Kiev, che dovrebbe essere nostro. E noi dovremmo partecipare a questa discussione».