Gli Usa avrebbero come obiettivo la nascita di “diverse Cine” indipendenti, che possano sostituire l’attuale e potente Cina così da mantenere intatto il proprio predominio. Lo ha affermato Lucio Caracciolo nel suo editoriale per La Stampa, riagganciandosi alla visita di Nancy Pelosi, presidente della Camera americana, a Taiwan. Secondo Caracciolo, gli Stati Uniti intendono scongiurare la “minaccia del ‘sorpasso’ della Cina sull’America” senza tuttavia voler ricorrere alla guerra. Anzi, spera che “la questione cinese si risolva da sola, per suicidio del regime comunista, in perfetto stile sovietico. Ma è pronta a combattere oggi, domani o dopodomani se Pechino attaccasse Taiwan” come si legge nell’editoriale.
Pelosi, terza figura di spicco del governo statunitense, si è infatti recata in una vera e propria visita di Stato a Taiwan, considerata un’isola “ribelle” da parte del governo cinese, che infatti ha parlato di “provocazione” e ha definito gli USA come “il più grande distruttore della pace odierna”, parole utilizzate nei giorni scorsi dal Ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Secondo l’analisi di Caracciolo, la presenza di Nancy Pelosi a Taiwan ha dimostrato quanto la Cina in realtà sarebbe tutt’altro che unita. Il governo cinese attualmente riconosciuto dagli USA, inoltre, è lo stesso che ha indetto un blocco aereo e navale lungo le coste dell’isola, il cui governo non è invece mai stato riconosciuto dagli Stati Uniti.
Minaccia guerra USA-Cina, le “operazioni militari mirate” contro Taiwan
Il blocco e le sanzioni commerciali nei confronti di Taiwan dovrebbero durare dal 4 al 7 agosto, secondo quanto ha annunciato il presidente cinese Xi Jinping, che ha parlato di “operazioni militari mirate”, un termine che Caracciolo nel suo editoriale ha accostato alla “operazione militare speciale” portata avanti dalla Russia contro l’Ucraina. Nella zona di Taiwan, però, sono presenti anche forze aeronavali statunitensi, e questa compresenza tra forze americane e cinesi contribuisce a tendere un’atmosfera già molto pesante tra le due potenze mondiali. Sebbene nessuna delle due al momento sia intenzionata a intraprendere uno scontro, il pericolo di un incidente sembra quanto mai probabile.
L’obiettivo di Xi Jinping è di avere Taiwan sotto il proprio governo entro il 2049, e secondo Caracciolo gli Stati Uniti avrebbero ogni interesse a difendere l’isola per non consegnare alla ‘altra’ Cina il primato a livello globale. La linea ufficiale della Casa Bianca al momento non prevede il riconoscimento dell’indipendenza di Taiwan, ma ribadisce la propria volontà di mantenere la democrazia nel governo dell’isola.