Celebre pittore italiano ed animo particolarmente irruente ed irrequieto, ecco chi era davvero Caravaggio. L’indimenticabile artista italiano affrontò durissimi accadimenti nella sua vita privata, mentre gestiva un talento fuori dal comune ed un estro artistico che lo portò ad essere un precursore della sensibilità barocca. Sono davvero tante le luci e le ombre che attanagliano la figura di Caravaggio – il cui vero nome, ricordiamo, era Michelangelo Merisi – in fuga da Roma dopo la condanna per sfuggire alla pena capitale. Nei suoi dipinti, Caravaggio ha dimostrato una straordinaria sensibilità, ma anche la capacità di realizzare in maniera sorprendentemente affascinante la prospettiva e la tridimensionalità con l’uso drammatico e teatrale della tecnica del chiaroscuro.
Introdursi nei meandri di una mente così geniale, dunque, non può essere una semplice passeggiata nel bosco nemmeno per chi lo fa di mestiere. Come Giovanni De Plato, psichiatra e professore Unibo, interpellato in una interessante intervista del Resto del Carlino in occasione del lancio del suo libro dedicato al pittore.
Michelangelo Merisi “Caravaggio”, i primi vent’anni di vita segnati da gravi accadimenti: dall’epidemia alla perdita del padre
“Questo libro nasce dal mio interesse a indagare le (eventuali) buone ragioni per assolvere l’uomo dall’accusa d’infamanti crimini (omicidi) e per riscattarlo dal marchio di una malattia mentale invalidante (psicopatico). Accuse e diagnosi che hanno offuscato la sua grandezza”, spiega l’esperto. Il libro, a quanto pare, si sofferma sui primi vent’anni del pittore, che subì la grave perdita del padre del 1576-77 a causa di un’epidemia. Un fatto che secondo lo psichiatra scatenò un trauma profondo che segnerà per sempre la vita dell’artista.
“Caravaggio perse anche nonno e zio a soli sei anni e si ritrovò chiuso in casa (ai bambini non era permesso uscire di casa per l’emergenza) con una madre addolorata e i fratelli. Rimase molto colpito dai monatti e dal rosso delle loro vesti. Per questo dico nel libro che ‘venne al mondo senza lacrime’: non aveva tempo di piangere, doveva darsi da fare”.
Caravaggio, uno spirito ‘ribelle’ dal cuore nobile: gli arresti ‘bizzarri’ e il suo amato cane Cornacchia
Sono tante le curiosità che circolano sulla storia di Caravaggio e strettamente legate alla sua personalità oltre l’animo di artista. Non molti sanno che il genio dell’ arte fu ripetutamente arrestato e in determinate occasioni per questioni decisamente sui generis. Come racconta Focus Junior, Caravaggio fu incarcerato nel 1604 per possesso d’armi e, sembrerà quasi surreale, venne denunciato per aver rilanciato un piatto di carciofi ad un dipendente del locale presso il quale era intento a sfamarsi.
Ma non solo gli arresti, aveva anche un cuore nobile il buon Michelangelo Merisi, vero nome di Caravaggio: amava in particolare il suo ‘Cornacchia’, ovvero il cagnolino che lo accompagnava in tutte le sue passeggiate e attività finalizzate a trovare la giusta ispirazione. Secondo le cronache del tempo, pare che il cane di Caravaggio saltuariamente partecipasse anche a dei veri e propri spettacoli per le strade di Roma.