Oggi vi propongo la figura di Michelangelo Merisi conosciuto in tutto il mondo come Caravaggio. Fumetto, film, libro.

Partiamo dal fumetto “Uccidete Caravaggio!” edito da Sergio Bonelli Editore nella collana Speciale Le Storie (2014) e nella versione cartonata stile francese (2017). Soggetto e sceneggiatura sono di Giuseppe De Nardo, i disegni di Giampiero Casertano.



Il protagonista non è il pittore, ma uno spadaccino spagnolo, Pablo Serrano, assoldato dal Cardinal Villanova per riportare a Roma Caravaggio ed eseguire la sentenza di morte a suo carico, contrapposto al mercenario Pierre Lagarde al soldo della famiglia Tomassoni con l’obiettivo di uccidere l’artista per vendetta. Tra i due, Caravaggio, la fuga da Malta, la Sicilia, Napoli, la morte, i suoi quadri. Una bella storia, originale, culminante con Serrano che lo soccorre prima di morire dicendo: Voi siete vicino a Dio più di quanto lo sia lui (Card. Villanova, ndr). Ho visto più verità nei vostri dipinti di quanta ne abbia mai sentita nelle parole di certi integerrimi difensori della fede.



Serrano aveva riscoperto la fede a partire dai quadri di Caravaggio.

Giampiero Casertano ormai è una star del fumetto, nella squadra della Bonelli Editore, disegnatore di Dylan Dog, nel 2022 l’apoteosi con il mitico Texone di luglio, Old South. Ormai non lo ferma più nessuno, ha anche baffi e pizzetto alla Kit Carson (ma lui è più vecchio del ranger). Coraggiosa e notevole la scelta di scegliere l’attore Vigo Mortensen per la figura dello spadaccino Serrano. Dal volto di Caravaggio traspare l’inquietudine interiore. Perfetta. Complimenti a De Nardo e Casertano.

Ora vi parlo del film L’ombra di Caravaggio (2022), con la regia di Michele Placido che coltivava di realizzare questa pellicola ancora quando era ventenne. È una coproduzione italo-francese con un buon cast: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabel Huppert, Micaela Ramazzotti, Maurizio Donadoni, Moni Ovadia, Alessandro Haber. Il protagonista è Caravaggio interpretato da Scamarcio a cui si contrappone la figura dell’inquisitore Louis Garrel, l’Ombra.



Sono un grande appassionato del pittore dal 1973 e ho letto tanto su di lui, così come ho visto i diversi film, lo sceneggiato con Gian Maria Volontè, la fiction tv e vari documentari (Roberto Longhi in primis) e devo dire che lo svolgimento narrativo di Placido mi è abbastanza piaciuto.

Lisciamo subito la spiaggia: Placido ha messo un po’ troppe immagini di sesso, alcune superflue.  L’idea di contrapporre il pittore con la sua vita sregolata alla figura dell’inquisitore, l’Ombra, è originale. Un detective di fatto, moralmente ed eticamente ineccepibile che indaga su mandato del Santo Padre per ripercorrere l’esistenza del Merisi al fine di concedergli o no la grazia.

L’Ombra è cupo, rigido, austero, inespressivo nei sentimenti, urla e si arrabbia con chi interroga usando la tecnica del waterboarding per far confessare la gente. Alla fine gli sgorgherà una lacrima dopo aver teso la trappola e ucciso il pittore.

Vi ho anticipato il finale per farvi rendere conto che il film ha una struttura narrativa romanzata da cui emerge la figura umana del Caravaggio. Un uomo iroso, caratteriale, viscerale, sgangherato, ma con un talento unico e con una sensibilità artistica che va contro i dettami artistici della Chiesa del ‘600.

Costanza Colonna afferma a l’Ombra:

– Il maestro ama dipingere il vero: il dolore, i miserabili.

Caravaggio dice a Filippo Neri a Santa Maria in Vallicella dove il santo accoglie gli emarginati:

– Vengo per cogliere i volti

Con l’affermazione del santo:

– Qui è tutto Vangelo!

Se i quadri di Caravaggio erano messi al bando perché non avevano nulla di celestiale e i personaggi erano presi dalla strada, prostitute, ladri, egli afferma:

– Voglio avvicinare il Divino all’uomo.

E da come la storia e la Chiesa lo ha rivalutato il Divino è entrato nell’umano.

Caravaggio, un uomo peccatore, depravato, assassino, beone, su questo l’Ombra indaga  e sulle sue opere artistiche blasfeme, specchio dell’anima del pittore. La sua arte è peccato.

Scamarcio è bravissimo nell’interpretare Caravaggio nella fisicità e nel suo animo. È coinvolto. Un plauso alla fotografia di Michele D’Attanasio. Il film come i quadri hanno uno sfondo nero da cui si esalta la luce del vero.

Il libro. L’ho visto casualmente in una libreria, “Di ombra e di luce – Io, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Mine Docete, 2023) di Maurizio Giovagnoni e mi ha colpito per la sua originalità. La prima parte del libro è composta da una serie di monologhi scritti dall’autore impersonando il Caravaggio morente rivolto alla madre Lucia in cui rivede lo scorrere della sua vita, i suoi peccati, la sua arte. La seconda parte son sempre dei monologhi a compendio di trenta quadri del pittore.  Il tutto scritto in una forma poetica profonda dove la carnalità dei personaggi riporta al Divino.

Ne accenno solo un paio che sono anche ben rappresentati nel film di Placido.

Maddalena penitente.

Addormentata. Chi? La Maddalena o la ragazza in posa?….

Finalmente il riposo dopo il perdono. Dopo aver toccato la misericordia.

Davide con la testa di Golia.

L’eroe giovane mostra perché deve. Perché così va fatto.

La testa morta e tronca, in fondo si specchia con chi la brandisce.

Il pittore ha pietà di sé.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI