CARCERE BECCARIA, UN’ALTRA EVASIONE A MILANO

Due detenuti sono evasi dal carcere Beccaria: lo ha annunciato il sindacato dei poliziotti penitenziari, definendo «incredibile e sconcertante» quanto accaduto. I due minorenni, uno di 16 anni e l’altro di 17, fratelli di origini egiziane, erano tra i promotori delle recenti rivolte, eppure non erano mai stati trasferiti nonostante tali comportamenti. Erano membri del gruppo avanzato, quello per il quale bisogna partecipare a corsi di formazione e inserimento al lavoro, beneficiando di meno restrizioni in carcere. Prima sono usciti dalla portineria, poi hanno scavalcato il muro di cinta, riuscendo così a scappare facendo perdere le loro tracce. Uno dei due, infatti, era scappato a giugno dal carcere minorile ed è stato rintracciato in pochi giorni.



Alfonso Greco, segretario in Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), ha dichiarato che uno è al terzo tentativo di evasione, con i precedenti che erano andati a vuoto. Donato Capace, che è il segretario generale del sindacato degli agenti penitenziari, registra l’ennesimo segnale preoccupante che arriva dal mondo delle carceri minorili, mentre Greco ricorda che il Sappe da tempo continua a chiedere al ministero della Giustizia prenda posizione per tutelare chi lavora in prima linea in carcere.



CARCERE BECCARIA, SINDACATI: “DENUNCIAMO FALLE NEL SISTEMA DA TEMPO”

L’evasione dal carcere Beccaria di Milano conferma le difficoltà nella gestione dei detenuti, peraltro la struttura è anche al centro di un’inchiesta per la quale sono stati sostituiti tutti i vertici e quasi l’intero personale. «Cos’altro serve per capire che le carceri per minori non sono collegi dove stanno ragazzini indisciplinati ma vere e proprie galere che detengono delinquenti e criminali, ancorché qualche minorenne?», chiede Alfonso Greco.

Sulla vicenda è intervenuto anche Gennarino De Fazio, che è il segretario generale di Uilpa, per il quale l’accaduto non è casuale, ma ci sono responsabilità da individuare «nel pressapochismo politico e amministrativo» che domina da anno. Non esclude che a stretto giro vengano ripresi o che gli stessi fratelli si riconsegnino, ma resta il problema delle «falle del sistema» che vede 15mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, mentre i poliziotti penitenziari sono 18mila in meno a quanti ne servirebbero, un altro motivo per il quale vengono chiesti alla politica interventi concreti.