Sono tre i detenuti del carcere Beccaria di Milano che sono evasi domenica 8 settembre: dopo i due fratelli di 16 e 17 anni marocchini scappati nel pomeriggio, in serata è fuggito anche un 17enne italiano. Mentre proseguono le ricerche da parte delle forze dell’ordine, è emerso che il terzo ragazzo evaso, originario di Pavia, si trovava in custodia cautelare per tentato omicidio. Non è chiara la dinamica precisa della fuga, ma pare che tutti e tre siano riusciti a scappare dal carcere minorile scavalcando il muro di cinta.



Il terzo evaso era con i due fratelli quando sono evasi, ma lui è stato bloccato e riportato dentro, eppure non si è arreso. Infatti, in serata ha fatto un nuovo tentativo, stavolta riuscendo a darsi alla fuga. Per quanto riguarda i due fratelli comaschi, che hanno origine marocchina, erano stati arrestati per una rapina alla slot di Mozzate.



La situazione, però, non è tesa solo a Milano, ma anche in Campania, dove c’è stata un’evasione ieri ad Avellino da parte di un detenuto di origini pugliesi, che si aggiunge a quella del rumeno che è ancora a piede libero dopo aver lasciato la struttura penitenziaria di Carinola, in provincia di Caserta.

COSA HA DECISO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Il carcere Beccaria resta una polveriera: mentre il Nucleo investigativo regionale aiuta le forze dell’ordine a rintracciare i detenuti evasi, il ministero della Giustizia ha fatto sapere che, in seguito a un’ispezione effettuata dai funzionari del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, è emersa la necessità di effettuare con urgenza interventi infrastrutturali. Inoltre, è stato deciso l’avvicendamento del comandante della polizia penitenziaria ed è stata mobilitata un’unità di sostegno per il personale. L’unità e il nuovo comandante, il commissario Raffaele Cristofaro, è Antonio Sangermano, che guida il Dipartimento sopracitato.



Quindi, per ora si procede con un cambio di guardia al carcere Beccaria, una scelta non condivisa dai sindacati. Per Gennarino De Fazio, segretario generale di Uilpa, si è deciso di cercare un capro espiatorio, ma «le cause del disastro del Beccaria, come della gran parte degli istituti penali per Minorenni del Paese, sono da ricercare altrove». Infatti, si chiedono «interventi tangibili e immediati da parte del governo e la riorganizzazione del sistema».

“CARCERE BECCARIA NON È SICURO”

Sul caos del carcere Beccaria è intervenuto anche Cesare Bottiroli, segretario di Fp Cgil Milano, il quale ha definito «un luogo detentivo non sicuro» l’istituto penitenziario minorile. In una nota ha espresso tutta la preoccupazione del sindacato, anche perché ritiene che non ci sta occupando dei veri problemi. Infatti, dietro le evasioni e proteste ci sono «evidenti limiti strutturali», riscontrati effettivamente dal ministero della Giustizia.

Infatti, ci sono «altre strutture e uffici in cui non sono previsti regimi detentivi e da cui è possibile uscire con molta facilità», a ciò si aggiunge il problema della carenza di agenti e, quindi, dell’insufficienza del personale, costretto a straordinari e a saltare il riposo. Anche Fp Cgil Milano ritiene che l’azzeramento dei vertici è una soluzione con cui «si nasconde la polvere sotto al tappeto». Quindi, suggerisce di fornire al carcere Beccaria il numero necessario di poliziotti e di ristrutturare l’istituto.