Il leader della Lega, Matteo Salvini, si dice indignato dopo quanto accaduto ieri nelle carceri italiane, la rivolta dei detenuti che ha provocato morti, distruzione e fughe di massa. L’ex ministro dell’interno ha pubblicato un video sulla propria pagina Instagram riguardante proprio un istituto penitenziario italiano, in cui si vedono numerosi detenuti con in mano spranghe di fortuna, spaccare tutto ciò che trovavano a tiro fra le urla generali e le risate. “Immagini allarmanti, indegne, vergognose, dalle carceri di tutta Italia – sottolinea il “Capitano” – Nessuno sconto di pena e zero favori. Sull’emergenza carceri, lo Stato faccia lo Stato e dimostri serietà. Chiusura delle celle e sospensione della “vigilanza dinamica”, nonché commissario straordinario: chi c’è adesso ha fallito. Solidarietà alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine, a partire dalla Polizia Penitenziaria.
Ci vuole il pugno di ferro!!!”. I detenuti si sono ribellati nella giornata di ieri a seguito delle restrizioni imposte nei colloqui con i famigliari causa epidemia da coronavirus.
CORONAVIRUS, CARCERI IN RIVOLTA: LA PROTESTA CONTINUA
Proteste che sono sfociate nel sangue e che si sono protratte fino ad oggi. Nel carcere di Rieti sono morte tre persone dopo aver assunto dei farmaci rubati nell’infermeria. Altri otto sono invece stati trasportati in ospedale, e tre di questi si trovano in terapia intensiva, mentre un altro grave è stato trasferito in elicottero a Roma. Sette le vittime nel carcere di Modena sempre a seguito della guerriglia scoppiata: anche in questo caso, avrebbero assunto farmaci che non dovevano. Nel frattempo la procura di Milano ha aperto un’indagine, al momento a carico di ignoti, con le accuse di devastazione, saccheggio e resistenza. Il riferimento è a quanto accaduto nella giornata di ieri presso il carcere meneghino di San Vittore, e il fascicolo è attualmente coordinato da Alberto Nobili, responsabile dell’Antiterrorismo milanese, e dal pm Gaetano Ruta, entrambi in prima fila ieri per trattare con i detenuti.