Carceri minorili, record di nuovi ingressi in un anno e condizioni sempre più difficili da sostenere nelle strutture, con ripercussioni sulla qualità dei percorsi riabilitativi e i servizi educativi. I dati, pubblicati nell’ultimo rapporto condotto dall’associazione Antigone, che si intitola “Nodo alla gola” mostrano gli effetti dell’inasprimento delle misure e delle pene per i reati commessi da minorenni, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Decreto Caivano, che di fatto ha ampliato la possibilità di accedere agli istituti penali.



Per questo nell’ultimo anno i detenuti sono aumentati arrivando a 150 in più rispetto al periodo precedente. La maggior parte di età tra 16 ai 17 anni, ma anche maggiorenni che si trovano a scontare una pena di cinque anni o più per un reato commesso quando ancora non era stata raggiunta l’età di 18 anni. L’aumento in questione riguarda soprattutto le misure cautelari, che hanno coinvolto più di 340 ragazzi, di cui il 64,2% stranieri, mentre nel 2023 erano stati 243. Come ricorda il documento infatti, solo il 31,5% dei detenuti attualmente presenti sta scontando una condanna definitiva.



Carceri minorili, boom di ingressi per misure cautelari, Antigone: “Condizioni difficili, a rischio la rieducazione”

Boom di presenze nelle carceri minorili. + 150 rispetto al numero di detenuti nello stesso periodo dello scorso anno. Secondo quanto denunciato dall’Associazione Antigone, la maggior parte dei nuovi ingressi sono effetto del Decreto Caivano, in vigore da settembre 2023 per potenziare il contrasto al disagio giovanile alla criminalità minorile. La nuova legge infatti, impone la misura cautelare e la detenzione preventiva anche per reati di lieve entità.

Tra questi, il 55,2% riguarda reati contro il patrimonio e detenzione di sostanze stupefacenti. Analizzando le condizioni difficili delle strutture, dovute ad un sovraffollamento, come evidenzia il rapporto dell’associazione, sono a rischio i servizi rieducativi e la qualità della formazione. Nelle carceri minorili, che in Italia sono solo 17, vengono infatti offerti percorsi formativi scolastici, che vanno dall’istruzione primaria fino a quella di grado universitario. L’impatto dei nuovi ingressi quindi ha conseguenze non solo sulla riabilitazione, ma anche sullo stato delle strutture, che in molti casi sono vecchie e fatiscenti.