Il cardinale Angelo Becciu, dopo la notizia del suo rinvio a giudizio per quanto concerne l’inchiesta legata al palazzo londinese di Sloane Avenue e che lo vedrà a processo insieme ad altre nove persone il prossimo 27 luglio, ha deciso di rilasciare una dichiarazione ufficiale, ripresa dalle principali agenzie stampa italiane: “Sono vittima di una macchinazione ordita ai miei danni e attendevo da tempo di conoscere le eventuali accuse nei miei confronti per permettermi prontamente di smentirle e dimostrare al mondo la mia assoluta innocenza”.
In particolare, l’ex sostituto della Segreteria di Stato, a quanto scrive l’Ufficio del Promotore di Giustizia vaticano nella richiesta di citazione a giudizio, “avrebbe interferito nel procedimento penale prima ancora di esserne coinvolto”. Un’ipotesi che troverebbe conferma all’interno di un sms che Becciu avrebbe inviato all’uomo che, in quel periodo, gestiva le finanze vaticane, Enrico Crasso, e risalente al 23 gennaio 2020: “Al momento giusto bisognerà fare una bella campagna stampa! Anzi, lei potrebbe farla subito. Chieda al suo avvocato se è il caso di sbugiardare subito i nostri magistrati!”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CARDINALE ANGELO BECCIU RINVIATO A GIUDIZIO: CON LUI ANCHE CECILIA MAROGNA, CHE “NON TEME NULLA”
I rinvii a giudizio per lo scandalo Vaticano, come accennavamo in precedenza, sono stati dieci e, di conseguenza, non hanno riguardato unicamente il cardinale Angelo Becciu. Fra i soggetti destinatari di tale provvedimento vi è anche la “dama del Cardinale”, l’imprenditrice sarda Cecilia Marogna, la quale proprio negli scorsi minuti ha fatto sapere di non temere nulla e di essere meravigliata dal fatto di essere accostata all’inchiesta vaticana del palazzo di Londra, in riferimento alla quale si dichiara del tutto estranea.
Il coordinatore del collegio difensivo della manager cagliaritana, Riccardo Sindoca, ha parlato ai microfoni dell’agenzia stampa Adnkronos, riferendo che Marogna “ha da mesi pronta la rendicontazione totale del proprio operato e nulla teme in ordine alle contestazioni a lei mosse”. Non solo: “Trova alquanto inusuale il solo fatto di essere stata accomunata a chi ha operato sul fronte londinese in acquisizioni a vario titolo da cui la stessa è sempre stata estranea e mai nemmeno chiamata a esprimersi dalla Segreteria di Stato”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CARDINALE ANGELO BECCIU A GIUDIZIO
Il cardinale Angelo Becciu è stato inserito nel poco invidiabile novero dei dieci soggetti, laici e religiosi, che il Vaticano ha deciso di mandare a processo il prossimo 27 luglio per quanto concerne le inchieste partite dal palazzo di Sloane Avenue a Londra. Lo riferisce l’agenzia Adnkronos, che spiega anche come siano state rinviate a giudizio anche quattro società, di cui una riconducibile alla ‘dama del Cardinale’, l’imprenditrice cagliaritana Cecilia Marogna, e tre all’ex gestore delle finanze vaticane Enrico Crasso.
La Santa Sede ha rilasciato una nota ufficiale relativa a tali provvedimenti, nella quale afferma che il presidente del Tribunale Vaticano ha disposto la citazione a giudizio degli imputati nell’ambito della vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Nel testo si dice inoltre che la richiesta di citazione a giudizio è stata presentata nei giorni scorsi dall’ufficio del Promotore di Giustizia e riguarda personale ecclesiastico e laico della Segreteria di Stato e figure apicali dell’allora Autorità di Informazione Finanziaria, nonché personaggi esterni, attivi nel mondo della finanza internazionale.
CARDINALE ANGELO BECCIU, VATICANO: “PECULATO E ABUSO D’UFFICIO”
Da Roma chiariscono inoltre che sono emersi elementi anche a carico del cardinale Giovanni Angelo Becciu, nei cui confronti si procede, come normativamente previsto per i reati di peculato e abuso d’ufficio anche in concorso, nonché di subornazione. Gli altri rinviati a giudizio sono l’ex presidente dell’Aif, René Brülhart, monsignor Mauro Carlino, ex segretario di Becciu, l’ex gestore delle finanze vaticane Enrico Crasso, l’ex direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza, l’imprenditrice cagliaritana nota come la ‘dama di Becciu’ Cecilia Marogna, il rider Raffaele Mincione, l’avvocato Nicola Squillace, l’ex funzionario laico della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi e il banker molisano Gianluigi Torzi.
“Le indagini, avviate nel luglio 2019 su denuncia dell’Istituto per le Opere di Religione e dell’Ufficio del Revisore Generale, hanno visto piena sinergia tra l’Ufficio del Promotore e la sezione di Polizia giudiziaria del Corpo della Gendarmeria – ha concluso il Vaticano –. Le attività istruttorie sono state compiute altresì in stretta e proficua collaborazione con la Procura di Roma e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gicef della Guardia di Finanza di Roma. Apprezzabile anche la cooperazione con le Procure di Milano, Bari, Trento, Cagliari e Sassari e le rispettive sezioni di polizia giudiziaria”.