ANGELO BECCIU IN TV DOPO LA CONDANNA: “CREDO E SPERO CHE PAPA FRANCESCO CREDA ALLA MIA INNOCENZA”
A pochi giorni dalla dura condanna espressa dalla sentenza del Vaticano, il cardinale Angelo Becciu è stato ospite in tv del programma “Cinque Minuti” di Bruno Vespa, ribadendo la sua «piena innocenza» davanti alle accuse sulla mala-gestione dei fondi della Segreteria di Stato. «Voglio gridare al mondo che sono innocente, che non ho commesso i reati di cui vengo accusato», ha detto il prelato condannato a a cinque anni e sei mesi di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici dal Tribunale del Vaticano.
È il primo grado e sicuramente vi sarà il ricorso degli imputati condannati, tra cui Becciu, nella maxi inchiesta sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo di Londra in Sloane Avenue: «Essere condannati non è bello, sono rimasto costernato e ho sentito su di me il peso di me stesso, della mia famiglia e anche della Chiesa, un cardinale ad essere condannato». Nelle sue prime parole ufficiali dopo la sentenza, il prelato sardo risponde alla domanda sulla possibilità che Papa Francesco creda alla sua versione di innocenza: «Io credo di sì e spero di sì. E comunque io mi darò da fare, è certo, per dimostrare la mia innocenza. Nelle istanze giuridiche e in tutte le maniere io voglio gridare al mondo che sono innocente, che non ho fatto assolutamente questi reati di cui vengo accusato».
PROCESSO VATICANO E PALAZZO DI LONDRA, LA VERSIONE DEL CARDINALE BECCIU
Entrando nelle pieghe dell’inchiesta sul Palazzo di Londra e le altre accuse dirette contro il cardinale, Angelo Becciu ribadisce nella trasmissione Rai che l’acquisto dei palazzi all’estero è una tradizione della Santa Sede, «Già dal 1929 la Santa Sede, dopo i Patti Lateranensi, ha iniziato a investire sui palazzi, Londra, Parigi, Roma, è una tradizione che la Santa Sede ha avuto». Nessuno però avrebbe avvertito Becciu dei possibili rischi sull’operazione di compravendita, ricorda il cardinale: «Non sono io che ho scelto. Io, da Sostituto, sa quanti uffici dovevo seguire? Diciassette uffici. Io non avevo tempo di seguire passo per passo le questioni economico-finanziarie. C’è un ufficio, l’ufficio amministrativo, che si occupava delle questioni amministrative e anche degli investimenti».
Il responsabile di quell’ufficio, come detto anche durante il processo in Vaticano, era monsignor Perlasca, era lui – aggiunge Becciu – «che mi presentava i vari dossier. Tra questi il dossier sulla opportunità di investire in un palazzo, Erano i miei tecnici che mi dicevano che era possibile farlo, che ne veniva fuori un grande vantaggio per la Santa Sede, non mi presentavano grossi rischi, inoltre la persona era garantita dalla stessa banca». Sui presunti 570mila euro dati a Cecilia Marogna finiti poi in beni personali di lusso, Becciu ammette di non aver saputo tale iter altrimenti non lo avrebbe permesso: «Questi soldi dovevano essere destinati solo all’operazione di liberazione della suora. Con il Papa eravamo d’accordo di finanziare questa operazione. Quindi quei soldi dovevano servire solo per questo. Se qualcosa è andato storto lo deve scoprire chi lo deve scoprire» . Infine, sui soldi dati alla Caritas di Ozieri (Sassari, Sardegna) per una cooperativa il cui titolare è il fratello del cardinale, Becciu ha sottolineato che è il vescovo e non lui quando era in Segreteria di Stato a decidere come e dove utilizzare quei fondi, «Finora quei 100mila non sono ancora stati utilizzati». Per rivedere la puntata integrale di “Cinque Minuti” con il cardinale Angelo Becciu, ecco il video di RaiPlay.