CARD. ANGELO BECCIU INDAGATO PER SECONDO FILONE SU PALAZZO LONDRA

Secondo quanto riportato dall’ANSA, il Cardinale Angelo Becciu risulta indagato con altre persone per associazione a delinquere: dopo le prime notizie circolate in giornata, la conferma è giunta dal promotore di giustizia in Vaticano Alessandro Diddi, intervenuto in apertura della 37esima udienza del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato (dove l’ex n.3 del Vaticano era già indagato sul caso della compravendita del Palazzo di Londra in Sloane Avenue). Il secondo capo di accusa nei confronti di Becciu, da poco ritornato “in pubblico” nella curia romana all’ultimo Concistoro – per volere diretto di Papa Francesco che lo ha “reintegrato” al rango di Cardinale – riguarda un filone d’indagine aperto dal promotore di giustizia Vaticano parallelamente al processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.



Secondo quanto spiegato dal Tribunale vaticano, il Card. Becciu sarebbe indagato con l’ipotesi di reato associativo per una vicenda che lo vede coinvolto, insieme ad alcuni famigliari, nella diocesi di origine in Sardegna, a Ozieri. Diddi ha riferito del contenuto di una rogatoria trasmessa dal tribunale di Sassari alla giustizia vaticana: parallelamente alle indagini e al processo sulla compravendita del famoso Palazzo di Londra, gli inquirenti erano incappati in altre due vicende. In primis, i rapporti del porporato con una donna sarda, Cecilia Marogna, presentata come «un’agente dei servizi segreti italiani cooptata da Becciu per operazioni di sicurezza in giro per il mondo». In secondo luogo, le indagini hanno portato ad una serie di prestiti donazioni – in particolare 100mila euro – partiti dalla Segreteria di Stato verso la diocesi di Ozieri utilizzando una cooperativa nella quale lavorava il fratello di Becciu, Antonino.



LE INDAGINI E LA TELEFONATA REGISTRATA CON PAPA FRANCESCO: LE ULTIME ACCUSE AL CARDINAL BECCIU

Ora però presso il Tribunale in Vaticano sono giunti i risultati di una indagine svola dalla guardia di finanza di Oristano, su richiesta della Santa Sede: utilizzando alcuni estratti di chat alle quali partecipano il Card. Becciu, suo fratello Antonino (a capo della cooperativa Spes legata alla Caritas diocesana di Ozieri) e la nipote del cardinale, Maria Luisa Zambrano, ne emergerebbero «tracce di pesanti ingerenze della curia romana sull’attività della diocesi», spiega ancora Diddi aprendo l’udienza del 24 novembre. Secondo quanto affermato dall’allora vescovo di Ozieri Mons. Sergio Pintor, all’interno di documenti citati dalle attuali indagini, «diocesi e Caritas erano gestite dalla famiglia Becciu». Come spiega “La Repubblica”, nelle indagini sarebbe emerso come i soldi arrivati dalla Segreteria di Stato siano stati utilizzati dalla cooperativa Spes «per aprire un forno nel quale far lavorare persone in difficoltà. Ora sono emersi 927 bolle di trasporto per la consegna di 18mila chili di pane alle parrocchie, ma sarebbero documenti falsi. Relativi, cioè a consegne avvenute nel 2018, ma realizzati poche settimane prima dell’avvio del processo nel 2019».



Tra i documenti che hanno poi portato alle ulteriori indagini sul Cardinal Becciu è emersa anche una telefonata registrata sul telefonino della nipote del prelato, tra il porporato e Papa Francesco dello scorso 24 luglio 2021. Il timing è fondamentale: quel giorno era alla vigilia dell’apertura del processo sul Palazzo di Londra, e 20 giorni dopo l’operazione in ospedale cui veniva sottoposto il Santo Padre. L’audio è stato ascoltato in aula in Vaticano dopo che il pubblico del processo è stato fatto uscire: spiegano i cronisti di ANSA e “Rep” come dalle chat tra famigliari emerge che, in vista del processo, «Becciu sperava di poter dimostrare che il Papa non lo aveva abbandonato […] Poi gli chiede conferma che è stato il Papa ad autorizzare il pagamento del riscatto per una suora rapita in Mali – altra vicenda già emersa nel corso del processo – e, quanto ha riferito il procuratore, il Papa, che era stato dimesso da poco dall’ospedale, resta perplesso, parla affaticato». Interpellati nel pomeriggio da diversi cronisti, i legali difensori del Cardinal Becciu – Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo – hanno detto di «non essere a conoscenza di questo ulteriore fascicolo». Nonostante i fatti siano imputati per un’altra vicenda, il procuratore Diddi ha deciso di inserire i risultati di questa indagine nel medesimo processo: «Ritengo i documenti ricevuti particolarmente rilevanti. Tra le varie cose ci sono anche considerazioni su questo ufficio e sullo stesso Tribunale».