L’INTERROGATORIO-FIUME AL CARDINAL BECCIU: PAPA, PALAZZO VATICANO E…
Adnkronos e ANSA hanno pubblicato nelle scorse ore ampi stralci dell’interrogatorio-fiume avvenuto al processo in corso in Vaticano in merito agli investimenti della Segreteria di Stato, su tutti il Palazzo di Londra in Sloane Avenue: parla così ad ampio raggio il Cardinal Angelo Becciu, ex numero 3 della Santa Sede.
«In questi giorni ho chiesto al Papa se potevo parlare liberamente e lui ha detto di sì – si legge nelle carte pubblicate dalle agenzie -. Voglio quindi chiarire sinteticamente quanto a mia conoscenza. Non ho alcuna responsabilità sulle dimissioni del dott. Milone. Diedi solo corso all’ordine del Santo Padre». In un primo momento infatti il Cardinal Becciu aveva deciso di non rispondere alle domande in Aula per voler «salvaguardare il Santo Padre». Ora però, con il via libera dello stesso Pontefice, l’ex n.2 in Segreteria di Stato fornisce la sua versione: «Il Papa mi chiamò ‘eccellenza, le chiederei di chiamare il dott. Milone e dirgli che non gode più della fiducia del Santo Padre e deve rendere le dimissioni’. Chiamai al mattino lo stesso Milone e gli comunicai la decisione del Papa. Le motivazioni erano quelle che poi furono scritte nel comunicato del 24 settembre 2017, dopo dichiarazioni di Milone alla stampa. Insomma, Milone, ‘esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede’. Ribadisco con forza di non aver avuto alcun ruolo nella decisione del Santo Padre».
Durante l’udienza, Becciu ha poi ribadito con forza di non aver mai messo in atto «decisioni strategiche di investimento»: quanto compiuto negli scorsi anni, spiega il cardinale, «sono state fatte in base alle proposte dell’Ufficio apposito, principalmente per il tramite di mons. Perlasca (posizione archiviata, ndr). Mi davano le loro motivazioni come è avvenuto per il palazzo di Londra e non avendo avuto ragioni contrarie ho dato il mio assenso». Perlasca, sottolinea il Cardinal Becciu, «non mi disse niente sulle criticità legate al Palazzo di Londra. Avevo stima per la sua correttezza e onestà. Ciò che gli rimprovero è che non mi informò di eventuali criticità degli investimenti». Dall’ufficio della Segreteria di Stato «mi sottolinearono i grandi vantaggi dell’operazione. Solo vantaggi, non note negative»; per questo motivo, «mi fidavo di Mons. Perlasca, da sempre ritenuto esperto e competente nelle sue materie».
CARD. BECCIU: “OSPITAI CECILIA MAROGNA PERCHÈ AVEVA PAURA DEL COVID”
Secondo quanto riportato da Adnkronos, il Cardinal Angelo Becciu ha sottolineato durante la sua deposizione di come «Lo stress di questo processo ha influito molto sulla mia memoria»: nelle prossime ore è attesa la seconda parte dell’interrogatorio dell’ex Segreteria di Stato, dove proseguirà il botta e risposta molto stretto tra il pm Alessandro Diddi e la difesa di Becciu.
«Non è che firmavo senza guardare ma c’erano centinaia di documenti da firmare. Il sostituto alla segreteria di Stato ha mille cose da fare», ammette Becciu replicando alla critica del pm. Capitolo a parte le varie dichiarazioni rese dal cardinale sulle frequentazioni con l’imprenditrice milanese Cecilia Marogna: in merito al presunto pernottamento della manager nell’appartamento di Becciu, il cardinale conferma tutto spiegando però nel dettaglio come non si tratti affatto di “gossip” come perdurato per mesi sui media. «Sono un fedele lettore del Manzoni. Ricordate Fra Cristoforo che accoglie Lucia al Monastero e alle contestazioni risponde ‘Omnia munda mundis’?», chiede Becciu al pm che lo incalzava. «Lei alla sera venne da me, dovevamo parlare. Si fece tardi. Quando stava uscendo le suore che mi assistono in casa mi dissero: ‘la signora ha paura d’andare in albergo perché c’è il Covid. Possiamo alloggiarla noi?’ Io dissi di sì. L’ho ritrovata la mattina dopo a colazione e poi è andata via. La cosa andò così», conclude il prelato, aggiungendo solo «lei ha sempre escluso di aver utilizzato soldi per spese voluttuarie».