Il cardinale Angelo Comastri ha recitato tutti i giorni il Rosario assieme al Regina Coeli durante la fase più acuta della pandemia di Coronavirus e ora ‘traccia un bilancio’ di questa esperienza, affermando che “il Rosario durante la pandemia ha cambiato il cuore di tanti“.
Dall’11 marzo al 30 maggio è andata in onda quotidianamente sui circuiti televisivi e streaming del Vaticano la preghiera del Rosario unita al Regina Coeli, guidata appunto dal cardinal Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, che oggi ne ha parlato con Vatican News riflettendo su questa esperienza: “Il coinvolgimento che c’è stato per noi era inimmaginabile. Se si creassero le condizioni sarei pronto a ricominciare”.
Almeno un milione e mezzo di persone raggiunte e migliaia di lettere che continuano ad arrivare ancora oggi, ricorda Comastri come frutto delle quotidiane preghiere trasmesse in diretta video per pregare lungo settimane difficili, nelle quali a molti fedeli era impedito anche solo uscire di casa e per tutti vigeva l’impossibilità della partecipazione alla Messa. Da qui l’idea di pregare insieme sfruttando le possibilità offerte dai mezzi tecnologici, con un riscontro davvero eccellente: “Un uditorio impressionate che non avrei mai potuto immaginare”, afferma Comastri tenendo tra le mani alcune di queste missive.
COMASTRI E LE TESTIMONIANZE SUL ROSARIO
Le testimonianze giungono da tutta Italia e raccontano di una comunione che la lontananza fisica non ha diminuito, anzi: il desidero della preghiera è cresciuto anche in persone lontane dal mondo della Chiesa; Comastri cita storie di amici che si sono riuniti puntualmente per partecipare assieme all’appuntamento, o un ateo che, dopo essere scoppiato in lacrime, si è messo in ginocchio cominciando a pregare per la prima volta nella sua vita; un giovane che ha chiesto la prosecuzione del ciclo raccontando di essersi commosso più volte; un’anziana solitamente taciturna che ha ritrovato l’entusiasmo della parola in una casa di riposo.
Per Comastri “questo coinvolgimento ha confermato ancora di più che i problemi si risolvono soltanto quando ci si apre all’Onnipotente. Senza Dio la vita è un assurdo”. L’iniziativa ha toccato i cuori di tanta gente, nonostante – o forse proprio per questo motivo – fosse basata esclusivamente sulla preghiera, “la cosa più bella che possiamo fare in questa vita, perché ci mette in comunione con il Signore”.
La preghiera del Rosario e del Regina Coeli, inizialmente pensata per pochi giorni, è durata più di due mesi e mezzo, con Comastri che si è detto felicemente “travolto” dalla situazione e pronto a ripeterla “finché campo” se vi saranno le condizioni.
L’INCONTRO CON GESÙ
Il cardinale Comastri rievoca poi la preghiera forse più commovente per lui, il giorno in cui in occasione del Rosario citò sua madre: “La mia mamma – racconta ancora adesso con emozione – mi ha accompagnato fino a quando sono stato nominato Arcivescovo di Loreto. Lei non andava mai a letto fino a quando non tornavo a casa. Mi chiudeva la porta e mi diceva: ‘Buona notte figlio mio, che il Signore ti benedica!’. Questa è la mamma. E quando manca la mamma la vita di un figlio diventa acerba, dura e anche triste”.
Resta la ‘mamma celeste’ Maria e restano pure alcuni insegnamenti: “È bastato un virus per mettere in ginocchio la ricca economia dell’Occidente”, ma questo non è per forza un male perché “molti hanno scoperto la bellezza di fare del bene”, pensando ad esempio ai tanti giovani che hanno raccontato al cardinal Comastri l’entusiasmo di aiutare gli anziani nelle case e negli ospedali.
In che modo dunque l’esperienza della pandemia ha cambiato il cardinale Comastri? “Posso dirlo con estrema sincerità, ho avuto la conferma che la gente cerca dal sacerdote soltanto un aiuto per incontrare Gesù. Se diamo altre cose, lì per lì appagano. Ma non risolvono i problemi. Ciò che cambia la vita è l’incontro con Gesù”.