Dopo un anno dal suo esordio, il Governo, tramite il ministro per le Politiche agricole, rilancia nuovamente la card “Dedicata a te”, una specie di tessera prepagata destinata alle fasce più povere della popolazione, con un importo che sale da 382,50 a 500 euro. “La somma spetta ai nuclei familiari residenti in Italia, iscritti all’anagrafe comunale, con un Isee non superiore a 15mila euro, non titolari di altre misure di sostegno al reddito, e potrà essere spesa per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità (sono escluse le bevande alcoliche) e di carburanti; oppure, in alternativa a questi ultimi, di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale” (cfr. Il Sole 24 Ore). Inoltre, i nuclei familiari devono essere composti da almeno tre membri, esattamente come richiesto l’anno prima.
Si parla di un contributo a famiglia, non a singolo componente: anche se ancora non si parla di soggettività fiscale, ed è passato molto tempo da quando il Ministro Giorgetti aveva rilanciato (invano) il quoziente familiare, nel caso di questa misura anti-povertà la famiglia diviene soggetto. Quello che non è ancora chiaro tuttora è se per coloro che hanno già avuto accesso alla misura si tratta di un rinnovo oppure se non verrà fatta alcuna distinzione tra chi ha già goduto dell’aiuto governativo e chi accede per la prima volta. Dal decreto interministeriale (che coinvolge cioè i ministeri di Agricoltura, Imprese, Lavoro ed Economia) si evince come la platea di riferimento è stata calcolata in circa 1,3 milioni di famiglie; nel decreto si sottolinea inoltre che le card “Dedicata a te” disponibili sono 1.330.000, ritirabili presso le poste o il comune: non servirà l’iscrizione ad alcun sito, al contrario verranno segnalati ai singoli comuni, tramite Inps, gli aventi diritto. Anche quest’anno c’è un limite minimo per il primo utilizzo, che sarà il 16 dicembre: per quella data coloro che non hanno utilizzato la card, in tutto o in parte, perderanno il contributo.
Rispetto alla precedente edizione vanno evidenziate due differenze sostanziali: in primo luogo, il contributo è più alto, secondariamente la situazione inflazionistica è molto diversa dall’anno precedente. L’anno scorso l’andamento inflazionistico era ancora molto importante, mentre quest’anno i dati segnalano un netto miglioramento, come evidenziato dagli ultimi dati del mese di maggio, che evidenziano come “l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente”, un aumento cioè molto più contenuto, mentre la dinamica del carrello della spesa “continua la sua discesa (+2,0% da +2,3%)” (cfr. Report Istat). Anche per quanto riguarda l’inflazione di fondo (l’inflazione cioè al netto dei prodotti alimentari ed energetici, cioè quei prodotti che hanno oscillazioni molto ampie a causa di diversi fattori, climatici, politici ecc.) si nota un piccolo decremento, dal +2,1% al +2,0%.
Non va inoltre dimenticato un dettaglio importante per quanto riguarda la politica macroeconomica che riguarda l’abbassamento dei tassi di interesse da parte della Bce (prima volta dal 2019) di 25 punti base: i tassi sono ancora alti, ma certamente si tratta di un abbassamento importante, anche se non pare che sarà seguito a breve da ulteriori tagli.
Tornando alla card “Dedicata a te”, sono state investite risorse che non avranno un grande impatto sul bilancio dello Stato, pari a 600 milioni, ma che hanno il pregio di individuare una parte della fascia più bisognosa della popolazione, composta appunto da tre membri e che già non riceve altri aiuti. Va però anche detto che una misura del genere non vuole essere una politica di lungo termine, assomigliando piuttosto a una “boccata d’ossigeno” per gli aventi diritto.
Oltre alle politiche di contrasto alla povertà come il Reddito di cittadinanza, rimodulato e destinato a una parte residuale di coloro che lo ricevevano precedentemente e l’Assegno di inclusione, il problema principale rimane quello relativo alla formazione e all’occupazione degli inoccupati (obiettivo, come spesso detto, fallito dal Reddito di cittadinanza) e il contrasto al lavoro povero, che non per forza vuol dire “salario minimo”. Allo stesso tempo rimane urgente anche la questione dei servizi, tanto che la card “Dedicata a te” può essere destinata anche a questi. Senza dimenticare altri aspetti come la pressione fiscale e il costo della vita, cui certamente la card non può essere una risposta sufficiente.
Serve allora una pianificazione politica su più livelli, in cui la card “Dedicata a te” può certamente avere spazio, ma non essere la misura principale, quanto piuttosto quella più marginale.
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