È morto il Cardinal Elio Sgreccia, uno dei padri decisivi per la bioetica cattolica in Italia e nel mondo: grave lutto in Vaticano il giorno prima del suo 91esimo compleanno, con Sgreccia se ne va una parte importante e significativa dell’impostazione liberale e positiva della bioetica al servizio della vita e della fede. Nato ad Ancona e ordinato sacerdote nel 1952, il Cardinale compianto oggi a partire dal 1974 e per dieci anni fu assistente spirituale alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 1985 al 2006 fu direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal 1998 al 2005 fu direttore del Centro per la Cooperazione internazionale per la medesima università: Papa Giovanni Paolo II, grande estimatore delle teorie bioetiche applicate alla dottrina sociale della Chiesa (Sgreccia fu accanto al Papa polacco la note dopo l’attentato nel 1981, vivendo con lui tutto il faticoso recupero dalla malattia), lo nominò vescovo 5 novembre 1992. Dal 3 gennaio 2005 al 17 giugno 2008 è stato presidente della Pontificia Accademia per la Vita, dalla quale si è dimesso per raggiunti limiti di età e di cui è rimasto presidente emerito.
LUTTO NELLA CHIESA, È MORTO IL BIOETICISTA CARD. ELIO SGRECCIA
Dall’aborto alla contraccezione, dall’eutanasia fino alle cellule staminali, fino ad arrivare alle sfide dei “diritti” che attraversano la modernità a cavallo di questi due secoli: il Card. Sgreccia più volte è stato capostipite delle posizioni più importanti della Chiesa davanti alle sfide del nostro tempo mantenendo sempre una “sana distanza” che non lo ponesse come “oppressore” di diritti altrui ma pur sempre un testimone imperterrito della vita e della libera fede anche davanti alle contraddizioni che la modernità vive e presenta ogni giorno. Per l’importanza che ebbe per la vita della Chiesa, Papa Benedetto XVI creò Sgreccia Cardinale il 20 novembre 2010: «il senso della figura del Papa. Ratzinger ha donato umiltà, umanità e coraggio a un ruolo storicamente inamovibile fino alla morte. Io penso che l’aiuto di Benedetto XVI sia quello della testimonianza e della preghiera. Lui ha a cuore il futuro della Chiesa, il suo è un ministero petrino totale e profondo. Papa Benedetto XVI c’è ed è attivo, anche nel suo silenzio lui riesce a essere efficace. Certamente per noi tutti, come per la gente comune, è un qualcosa che colpisce», parlava così Sgreccia in riferimento a Papa Benedetto in una lunga intervista a Vatican Insider l’11 febbraio 2014. Come bene riporta oggi l’Avvenire, la parabola del seminatore – spesso utilizzata da Sgreccia nel corso dei suoi studi – riassume bene il senso ultimo della vita stessa di questo straordinario uomo di fede: «la presenza di un particolare che spesso sfugge ai commentatori: la condizione di tutto è che il seminatore apra bene le mani quando semina e torni a casa con le mani vuote. Il vero seminatore «torna a casa la sera con le mani vuote perché ha donato tutto ciò che aveva, senza trattener», scriveva Sgreccia nel suo volume “Contro vento. Una vita per la bioetica” (Effatà Editrice), pubblicato solo pochi mesi fa.