CHI È IL CARDINALE GEORGE PELL MORTO IERI IN VATICANO

È morto ieri a Roma all’età di 81 anni l’arcivescovo emerito di Melbourne, cardinale Georg Pell già in passato “ministro delle Finanze” in Vaticano: la notizia della sua scomparsa (dovuta a complicanze dopo un’operazione recente all’anca, ndr) sconvolge ancora la Santa Sede a pochi giorni dai funerali solenni di Papa Benedetto XVI, di cui il Card. Pell era un fraterno amico nonché “sodale” all’area più “conservatrice” all’interno della Chiesa Cattolica (il che gli costò diversi scontri sia con il Cardinal Becciu che con svariati elementi della curia vaticana). Per capire chi è il Card. George Pell occorre ripercorrere lo scandalo che lo ha travolto negli anni scorsi: il prelato australiano fu infatti accusato e poi condannato per presunti abusi sessuali su minori in quello che è stato forse il processo più “mediatico” contro la Chiesa sulla piaga ignobile della pedofilia.

A stretto contatto con tre grandi Papi, il Card. Pell venne nominato in primis da Giovanni Paolo II come nuovo vescovo di Melbourne nel 1996, rimanendovi poi fino al 2001: successivamente divenne l’arcivescovo di Sydney tra il 2001 e il 2014 e nel mentre venne creato Cardinale da Benedetto XVI nel 2003. Di ritorno dall’Australia, Papa Francesco lo volle nel consiglio dei cardinali per la riforma della Curia romana e dal 24 febbraio 2014 divenne a capo della Segreteria per l’Economia: con il bene placito del Santo Padre, Pell riuscì a riformare le finanze del Vaticano dimostrando una forte sensibilità manageriale entrando per questo motivo in contrasto con l’allora Sostituto agli affari generali, della Segreteria di Stato, Giovanni Angelo Becciu. Fu proprio il prelato australiano ad denunciare in pubblico l’esistenza di fondi gestiti autonomamente dalla Segreteria di Stato, elemento che poi ritornò anni dopo con il processo (tutt’ora in corso) sulle compravendite della Segreteria gestite dal Card. Pell (su tutte, il palazzo in Sloane Avenue a Londra).

CARD. PELL: LO SCANDALO PEDOFILIA, IL CARCERE DA INNOCENTE E LA RICONOSCENZA DI PAPA FRANCESCO

La svolta nefasta per gli ultimi anni della vita del cardinale George Pell arrivò però il 29 giugno 2017, quando cioè la polizia australiana confermò l’imminente stato d’accusa per il cardinale Pell: la notizia fece il giro del mondo in quanto il n.1 delle Finanze in Vaticano veniva accusato di pedofilia per «gravi reati sessuali su minori», tra cui lo stupro, commessi negli anni ’70 quando ancora George Pell era un semplice parroco della sua città natale a Ballarat. A quel punto Papa Francesco confermò la notizia del rinvio a giudizio in Australia, facendo partire il Card. Pell «per affrontare le accuse che gli sono state mosse». Passa un anno e l’11 dicembre 2018 il prelato australiano viene giudicato colpevole di abusi sessuali su due chierichetti di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria: in definitiva, il 13 marzo 2019 viene condannato ad una pena in carcere di 6 anni. Sempre dichiaratosi innocente fin dai primi momenti, per il Cardinale inizia il periodo più difficile della sua vita, culminato poi nel libro-verità “Diario di una prigionia” pubblicato gli anni successivi. Rimase in carcere più di 400 giorni mentre attendeva che la sua richiesta in appello fosse presa in considerazione: mentre il mondo mediatico già lo aveva bollato come pedofilo, il Card. Pell ottenne l’udienza dalla Corte Suprema dell’Australia per sostanziali e gravi vizi formali nelle procedure processuali. George Pell il 7 aprile 2020 venne prosciolto all’unanimità da ogni accusa a suo carico: passò più di un anno di carcere da perfetto innocente.

Pur se suo grande elettore nel Conclave 2013, il Cardinale Georg Pell con Papa Francesco ebbe un rapporto tumultuoso in diversi passaggi della carriera in Curia: qualche critica la mosse contro l’Enciclica “Laudato si’” ma anche la firma tra i 13 cardinali in una lettera contro la possibilità di concedere in alcuni casi la comunione ai divorziati risposati (nel sinodo sulla famiglia del 2014-2015). Ritornato dall’Australia in Vaticano dopo il carcere, gli ultimi anni lo videro rappresentare posizioni molto tradizionaliste rispetto ai tentativi di riforma interni alla Santa Sede sul fronte liturgico e teologico. Al nettò di ciò, mai è mancata nel Card. Pell la sequela per il Magistero Petrino da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI (ha partecipato proprio negli scorsi giorni ai funerali solenni in Vaticano) fino a Papa Francesco. Bergoglio nella recente intervista su Canale 5 prima di Natale elogiò l’opera di riforma delle finanze vaticane fatta da George Pell: «Io ho dato indicazioni soltanto, Ma l’organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell’Economia, con il Segretariato all’Economia. Tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo. Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto – che poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose».