Ad appena un giorno dall’ultimo termine consentito per legge, 28 giorni, gli avvocati difensori del cardinale George Pell hanno consegnato ieri la richiesta di ricorso contro la condanna del 21 agosto scorso per abuso sessuale di minori. La condanna era stata espressa dall’Alta corte australiana. La richiesta del team di difensori è un caso straordinario in quanto una richiesta analoga è già stata rigettata. Si tratta, secondo la legge australiana, di “casi speciali di appello” che molto raramente vengono accettati. Nel suo caso però è probabile si faccia una eccezione a causa della controversia innescata dalla decisione divisiva della stessa Corte di appello. I giudici infatti si sono trovati divisi sulla decisione della giuria, definita da alcuni di loro “irragionevole”. Il cardinale, 78 anni, che rimane arcivescovo e membro del Collegio cardinalizio, è stato recluso in carcere subito dopo la decisione della corte, dove si trova da allora. 



PROIBITO CELEBRARE LA MESSA IN CARCERE

L’appello di Pell è stato presentato per tre motivi, due dei quali erano procedurali e respinti da tutti e tre i giudici di appello. I giudici erano divisi sul motivo principale, che cioè la decisione della giuria era “irragionevole”. In particolare la questione era se la giuria che aveva condannato Pell avesse correttamente soppesato tutte le prove presentate in sua difesa, o avesse raggiunto la determinazione della colpa nonostante la dimostrazione di un chiaro “ragionevole dubbio” di aver commesso i crimini di cui era accusato. Il cardinale, che aveva lavorato anche in Vaticano incarico del papa alla guida della commissione economica, è stato condannato a sei anni di carcere di cui deve scontarne almeno tre e otto mesi prima di chiedere la condizionale, con l’accusa di aver abusato sessualmente di due chierici dopo una messa domenicale quando era arcivescovo di Melbourne nel 1996 e 1997. La sua condanna ha diviso l’opinione pubblica australiana e anche mondiale. George Pell ha oggi 78 anni, ciò significa che potrebbe ottenere la condizionale a 81 anni di età. Nonostante la condanna, Pell rimane arcivescovo e membro del collegio cardinalizio, ma non gli viene permesso di celebrare messa in carcere, cosa che, normalmente, succede solo nei regimi totalitari come quello cinese e nordcoreano e in passato nei paesi comunisti dell’epoca sovietica.

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