Il cardinale Carlo Maria Martini temeva la morte. A rivelarlo, in un’intervista rilasciata ai colleghi del “Corriere della Sera”, è stata la sorella Maris, che ha voluto ricordare il fratello anche nel momento più complicato della sua esistenza terrena. A tal proposito, ha dichiarato: “Forse aveva paura di morire perché presagiva che la sua sarebbe stata una morte pubblica. L’arciprete gli chiese in quale parte del Duomo volesse essere sepolto. Lui rispose: faccia lei”.
Riportando il pensiero al 31 agosto 2012, Maris ha ricordato gli ultimi istanti del cardinale Carlo Maria Martini prima di incontrare la morte: “I miei figli, Giulia e Giovanni, mi mandarono a chiamare. Gli tenevo la mano, ma non era più cosciente. Ha avuto una bella morte; troppo affollata, però. Il soggiorno era pieno, in camera sua erano in dodici. Ricordo un’orribile coperta peruviana in pile, ricamata a farfalle e fiori. Era il 31 agosto e proprio non serviva. Gliel’aveva messa addosso una suora, temo per farla a pezzetti da diffondere come reliquie. Ma io avrei preferito un lenzuolo bianco e un cuscino morbido, come quello che tanto tempo prima gli aveva portato la nostra mamma. Come nell’iconografia della morte dei santi”.
“MIO FRATELLO, IL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI, TEMEVA LA MORTE: CI ANDÒ VICINO A GERUSALEMME…”
In gioventù, ha proseguito la sorella del cardinale Carlo Maria Martini sul “Corriere della Sera”, suo fratello viaggiò molto, recandosi in America e in Israele. Proprio qui rischiò di incontrare prematuramente la morte: “Vicino a Gerusalemme, arrivando dall’Egitto, cadde in un pozzo. Stava visitando un sito archeologico, quando la terra gli franò sotto i piedi, e lui precipitò. Si salvò per miracolo, ma ruppe la macchina fotografica che portava al collo. Era mia, gliel’avevo prestata. Rimase mortificatissimo”.
Anni prima, invece, nel 1949, quando il futuro cardinale Carlo Maria Martini studiava teologia a Chieri, gli venne una polmonite: “La mamma voleva portargli un cuscino più morbido, ma nel convento non lasciavano entrare le donne. La ricordo mentre stringe e bacia il cuscino su cui il figlio avrebbe posato il capo, prima di affidarlo a papà perché glielo portasse”.