ZUPPI A ‘OTTO E MEZZO’: “CESSATE IL FUOCO A GAZA? L’APPELLO DEL PAPA…”

Il cardinale Matteo Maria Zuppi è stato protagonista ieri sera a “Otto e Mezzo” da Lilli Gruber, in una puntata molto interessante e in cui, con la presenza in veste di opinionisti di Paolo Mieli e Marco Travaglio, si è parlato del conflitto israeliano-palestinese come pure delle altre guerre che dilaniano il mondo, ma anche delle nuove sfide della Chiesa e del viaggio in Terra Santa del 68enne arcivescovo che, dal maggio del 2022, è diventato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Occasione dell’ospitata era il nuovo libro del Cardinale, dal titolo “Dio non ci lascia soli. Riflessioni di un cristiano in un mondo in crisi”, appena uscito per i tipi di Piemme.



Dopo aver scherzato con la conduttrice sul fatto che sarebbe più giusto che lo si chiamasse “eminenza” e accennando al più pop “don Matteo”, che in tv va per la maggiore, Zuppi ha spiegato che la domanda più frequente che ci si pone è quella sulla presenza del male: “Perché c’è il male? Perché purtroppo ce n’è tanto, ci andiamo a sbattere tutti quanti, lo sperimentiamo dentro di noi (…) Il male c’è sempre stato e ha accompagnato la vita”. Poi, declinando questo suo ragionamento su quanto sta accadendo in queste settimane a Gaza e sul cessate il fuoco chiesto proprio dalla CEI e a cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a dire no, il Cardinale ha aggiunto: “Questo ha un prezzo enorme che si paga e che paga il popolo palestinese: ed è il motivo per cui abbiamo ripreso l’appello del Papa. Cosa può farlo smettere? Forse la consapevolezza che combattere il terrorismo non si esaurisce con un’azione e tanto più che in una guerra (…) Bisogna sconfiggerlo facendo il contrario, togliendogli i motivi”.



CARD. ZUPPI: “DIO, PATRIA E FAMIGLIA? TRE PEZZI IMPORTANTI, MA ATTENTI A…”

Nel corso della lunga intervista nel talk show di La7, il Card. Zuppi a precisa domanda ha anche risposto in merito alla possibilità nel prossimo viaggio in Terra Santa di incontrare i premier israeliano e palestinesi: “Assolutamente no. Perché? Basta e avanza aver fatto l’inviato speciale del Papa per la guerra in Ucraina, una cosa molto specifica nata dalla passione del Pontefice per la pace e non arrendersi alla guerra” ha risposto il 68enne arcivescovo che poi, dialogando con Mieli, ha voluto chiarire dal punto di vista storico le problematiche relative all’antisemitismo: “Su questo bisogna avere una fermezza e una chiarezza: poi io posso non essere d’accordo sulle politiche di Israele, ma questo non autorizza ad altro. Invece sul problema della differenza tra sionismo e mondo ebraico, sono due cose che purtroppo tendono a coincidere” aveva detto, smontando sul nascere la polemica del giornalista che aveva ricordato la deposizione di fiori sulla tomba di Theodor Herzl da parte del Papa (“Un atto di omaggio”).



Passando infine alle vicende politiche interne, Zuppi è tornato sulle sue recenti dichiarazioni in cui commentava l’accordo tra l’Italia e l’Albania per i campi per richiedenti asilo (“La soluzione non è esternalizzare”) per toccare il tema dei migranti e poi commentare lo slogan elettorale più celebre della destra di Giorgia Meloni: “‘Dio, patria e famiglia’? Tre pezzi indubbiamente importantissimi, il Padreterno si rifà a Cristo e quindi sull’accoglienza non scherza. È una delle indicazioni più chiare: ‘ero straniero e mi avete ospitato’. Non è che parla di quote. Anche la patria è importante, perché è appartenenza, ma quando diventa nazionalismo è molto pericoloso” aveva spiegato Zuppi, ricordando in un altro passaggio che “i rapporti tra questi capisaldi devono essere sempre visti molto bene, perché in caso contrario è pericoloso. Sono tutti e tre principi importanti, il problema è come li viviamo”.