ALLA VIGILIA DEL SINODO RISUONA L’ALLARME DEL CARDINALE MÜLLER AL VATICANO

Una Chiesa per la rivelazione e la testimonianza e non improntata ad un’agenda” woke come quella ONU o dell’Unione Europea: alla vigilia dell’ultima fase del Sinodo sulla sinodalità in Vaticano, risuona forte il richiamo del cardinale Gerhard Ludwig Müller, ex responsabile del Dicastero per la Dottrina della Fede. Lo aveva in qualche modo già premesso con l’appello lanciato nel 2022 e ancora lo scorso anno, davanti alle difficoltà internazionali della Chiesa e nel costante scontro interno fra “conservatori” e “progressisti” che rischiano di rendere la sposa di Cristo un mero ente politico o sociale.



Intervistato dall’emittente spagnola “InfoVaticana” alla vigilia del Sinodo 2024, è ancora il Card. Müller a tirare le somme di questi mesi provando a ricacciare indietro chi si attende dalla riunione mondiale dei vescovi un’aggiornamento dei contenuti e dei “dettami” della Chiesa Cattolica. «C’è sempre il pericolo che autoproclamati progressisti, in collusione con le forze anticattoliche della politica e dei media, introducano nella Chiesa l’Agenda 2030»: secondo il prelato, l’agenda dell’ONU che è misto di obiettivi, “buonismi” e interventi su diritti e ambiente, non è altro che una «visione woke dell’umanità» di fatto diametralmente opposta a quella «divina dignità di ogni persona umana». La cultura woke e anti cattolica per il Card. Müller si riflette in diversi temi che mirano a ledere i dogmi del Vangelo testimoniato dal Cristo: dalla cura dell’ambiente come sacro al “peccato di non accoglienza”, fino al terrorizzare che non esiste differenza sessuale e di genere tra gli esseri umani. Ma più pericoloso di tutto, secondo il cardinale, è la considerazione che non vi è un’unica Verità rivelata bensì che vada fatto un “mix” delle fedi e delle religioni per raggiungere il multiculturalismo che sa molto di relativismo, prendendo a prestito la denuncia di Papa Benedetto XVI a suo tempo.



ONU E UE, L’IDEOLOGIA WOKE CONTRO LA CHIESA: LA RISPOSTA DEL CRISTIANESIMO SENZA PERDERSI NELLA LOTTA FRA TIFOSERIE

Quello che propone il cardinale Müller non è però una contrapposizione “politica” tra due “tifi” opposti, quello progressista che “tende” al woke e quello conservatore che invece sembra voler chiudersi a tutta la modernità. Il Sinodo deve ribadire che è Cristo il protagonista centrale della Chiesa, tanto di ieri quanto di domani: i vescovi non sono delegati politici di una organizzazione, ma sono inviati del popolo in nome di Dio e dunque non seguono la “logica” voluta da una parte del progressismo occidentale e mondiale.



Secondo il cardinale tedesco allievo di Papa Ratzinger, troppo spesso oggi la Chiesa cattolica viene elogiata solo quando “svende” «il nostro diritto di primogenitura al Vangelo di Cristo per gli applausi agli ideologi eco-marxisti delle Nazioni Unite e l’UE». Giudizio netto, molto duro, ma che fa intuire la portata in ballo con la fine del Sinodo e con i documenti che verranno poi firmati da Papa Francesco come lascito finale: riprendendo la “profezia” di Benedetto XVI contro la dittatura del relativismo, l’epoca moderna sedotta dalle nuove libertà woke fa scattare il cardinale che sentenzia in un’altra intervista, alla “Notre Dame de Chrétienté «il relativismo è il più grande attacco all’esistenza umana della verità». È poi sempre alla “InfoVaticana” che Müller richiama sia chi investe sulla cultura woke, sia chi allarga i “doveri” della Chiesa ampliandone anche i “dettami” moderni, come la scomunica se si è contro «cambiamento climatico, la vaccinazione obbligatoria e l’immigrazione». Non vi sono nuovi sacramenti né nuovi peccati, la Chiesa resta quella di Gesù con buona pace degli “ideologi del globalismo socialista-capitalista”, conclude il cardinale che sarà presente come lo scorso anno su diretto invito di Papa Bergoglio.