MÜLLER, L’EX N.1 DELLA DOTTRINA DELLA FEDE CONDANNA LA DECISIONE DEL VATICANO SULLE COPPIE GAY
Fin dalle prime richieste dei vescovi fiamminghi o in Germania sulla benedizione delle coppie gay, il cardinale Gerhard Ludwig Müller non aveva nascosto tutta la contrarietà in forza della dottrina e della morale cattolica. Ora, dopo la decisione del Vaticano con il via libera di Papa Francesco alla benedizione per le coppie omosessuali, l’ex Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede non cambia affatto posizione. Intervistato da “La Verità” Müller critica apertamente la sua stessa Congregazione, oggi guidata dal cardinale gesuita Victor Manuel Fernandez, sottolineando come la Chiesa, «che è Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo, non può essere misurata con le categorie della politica e della diplomazia».
Secondo il cardinale tedesco, nominato alla guida dell’ex Sant’Uffizio nel 2012 da Benedetto XVI, il Signore non ha scelto il suo popolo nell’Antica e nella Nuova Alleanza «perché si affermasse attraverso giochi di potere, ma perché la Chiesa fosse sacramento della salvezza del mondo in Cristo, il Figlio di Dio che si è incarnato ed è l’unico Salvatore degli uomini». Per il card. Müller, detto fuori da molti giri di parole “diplomatici”, arrivare a benedire il peccato invece del peccatore è un’autentica «bestemmia»: «tutto ciò che contraddice la santa volontà di Dio, Creatore e Redentore, è un peccato grave che esclude dal Regno dei Cieli o è quantomeno un peccato veniale che offusca l’amore di Dio. Benedire il peccato invece del peccatore è una bestemmia». Per questo motivo il prelato che ha partecipato all’ultimo Sinodo in Vaticano – ribadendo le sue posizioni molto nette davanti alle tematiche “arcobaleno” nella Chiesa Cattolica – invita gli altri sacerdoti che non sono d’accordo con questa svolta sulle benedizioni a fare «obiezione di coscienza».
CHIESA E MIGRANTI, COSA HA DETTO IL CARDINALE GERHARD MŪLLER
Qualsiasi attività sessuale al di fuori di un matrimonio valido tra un uomo e una donna, prosegue il cardinale Müller a “La Verità”, è «oggettivamente un peccato grave che esclude dal Regno dei Cieli fintantoché non ci sia pentimento e perdono. Ecco perché, come peraltro sostiene lo stesso documento vaticano, la benedizione di ciò che è peccato è una contraddizione che finisce per giustificare il peccato stesso». Secondo il prelato tedesco non dovrebbe esserci una posizione diversa nella Chiesa da quella dettata nella dottrina sociale: «Le persone che vivono in una relazione peccaminosa possono però essere accompagnate dalla preghiera della Chiesa e possono anche essere benedette dal sacerdote nel nome di Cristo, se chiedono la grazia della conversione e del pentimento e se intraprendono seriamente il cammino della sequela di Cristo».
In maniera altrettanto netta, il cardinale Müller considera la “propaganda LGBT” come qualcosa che non ha direttamente a che fare con il «benessere psicologico e la salvezza eterna di coloro che da essa si sentono giustificati», mentre invece «cerca la distruzione del matrimonio e della famiglia, e nello spirito del movimento antinatalista, mina la natalità anche con il pretesto che il mondo andrebbe preservato dalla catastrofe climatica di cui essa è colpevole». Sul finire dell’intervista viene poi chiesto al cardinale tedesco un giudizio sulla vicenda legata ai presunti aiuti economici dati da alcuni vescovi della CEI alle ong che operano nelle tratte dei migranti nel Mediterraneo: «come cristiani abbiamo il dovere di stare al fianco di ogni persona, soprattutto per proteggerla dalla sofferenza e dalla morte ingiusta». Allo stesso tempo però, conclude Müller, la Chiesa quando arriva a collaborare con gli organismi non ecclesiali «deve rispettare sempre i principi dell’etica cristiana e della Dottrina sociale, tenendo conto delle giuste leggi degli Stati e degli Associazioni Internazionali».