Il cardinale Marc Ouellet ha querelato la donna che nel mese di agosto 2022 l’aveva accusato di una presunta aggressione sessuale verificatasi oltre dieci anni fa, quando lui ricopriva il ruolo di arcivescovo di Québec. Si tratta di “accuse infamanti e diffamatorie”, ha dichiarato il porporato nel comunicato stampa da egli stesso diramato. Dopo la “rivelazione” fatta in estate dalla donna, Papa Francesco aveva affidato una indagine preliminare sul cardinale Ouellet al padre gesuita Jacques Servais, giungendo alla scelta di “non aprire un’indagine canonica per aggressione sessuale da parte del cardinale” per “assenza di elementi sufficienti”.



Il cardinale, nel sottolineare il fatto di non aver mai commesso gli atti di cui è stato accusato, ha scritto nella sua nota: “Essendomi preliminarmente assicurato di proteggere l’anonimato della querelante ottenendo un’ordinanza in tal senso, intraprendo oggi un’azione legale per diffamazione dinanzi ai tribunali del Québec, al fine di dimostrare la falsità delle accuse mosse contro di me e ripristinare la mia reputazione e il mio onore. Non mi sono mai macchiato di comportamenti riprovevoli e men che meno di quelli contestati ad altri membri del clero citati nell’Azione collettiva. Questa associazione inappropriata, costruita intenzionalmente e largamente diffusa per scopi impropri, deve essere denunciata”.



CARDINALE MARC OUELLET: “DEVO DIFENDERE LA MIA VERITÀ, LA MIA REPUTAZIONE E IL MIO ONORE”

Nel prosieguo della sua dichiarazione, il cardinale Marc Ouellet ha rilevato: “È chiaro che le vittime di abusi sessuali hanno diritto ad un giusto risarcimento per i danni che hanno subìto. Sono sensibile alla loro sofferenza e ribadisco loro la mia sincera vicinanza. Il loro diritto ad avere giustizia non è messo in discussione dalla mia presa di posizione. È nondimeno dolorosamente necessaria per difendere la verità, la mia reputazione e il mio onore”

Peraltro, per mezzo di un comunicato datato 19 agosto 2022, il cardinale Ouellet aveva già bollato come “false” le accuse mosse contro di lui, negando qualsiasi abuso sessuale da parte sua: “Considero diffamatorie l’interpretazione e la diffusione di queste accuse in quanto aggressioni sessuali”, scriveva già allora il porporato. Al termine delle indagini, ha evidenziato “Vatican News”, il gesuita Servais evidenziò che “né nel suo rapporto scritto e inviato al Santo Padre, né nella testimonianza via Zoom che ho raccolto successivamente in presenza di un membro del Comitato diocesano ad hoc, questa persona ha portato una accusa che potesse fornire materia per una tale indagine”.